Weight Watchers e le iniezioni anti-obesità

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L’azienda leader nel campo del dimagrimento fondata nel 1963, si trova a fronteggiare una sfida epocale: l’ascesa delle iniezioni anti-obesità (Financial Times)

Lo scorso febbraio, l’annuncio di Oprah Winfrey di lasciare il consiglio di amministrazione di WW International ha fatto crollare le azioni della società di quasi il 20%, portandole al livello più basso dal ritorno in Borsa nel 2001. Due settimane dopo, un’altra tegola: il taglio del rating del credito di WW da parte di S&P a un livello appena superiore alla spazzatura, con conseguente timore di insolvenza da parte dei creditori. L’amministratore delegato Sima Sistani ha rassicurato i dipendenti, ma il valore di mercato di WW rimane inferiore del 98% rispetto al picco del 2018 (circa 145 milioni di dollari). Sistani punta su un cambio di rotta radicale per risollevare le sorti dell’azienda. Lo scorso anno, infatti, WW ha acquisito Sequence, società di telemedicina che le consente di prescrivere farmaci iniettabili per la perdita di peso come Ozempic e Mounjaro, entrando così in un mercato completamente nuovo.

Si tratta di una svolta epocale, paragonabile al passaggio di Facebook dal social network su computer a quello mobile, o di Netflix dai DVD allo streaming. Tradizionalmente, Weight Watchers ha sempre puntato su incontri di gruppo e un sistema a punti per aiutare le persone a perdere peso. Molti utenti storici rimangono fedeli a questo approccio. Tuttavia, l’approvazione da parte della Food and Drug Administration statunitense nel 2021 di farmaci per la perdita di peso noti come agonisti del GLP-1 ha rappresentato una minaccia per il modello di business. Nel 2022, infatti, l’azienda ha perso oltre un quarto di miliardo di dollari a causa del calo degli abbonamenti.

Per fronteggiare la concorrenza, nel 2023 WW ha acquisito Sequence, entrando nel settore della telemedicina e creando Weight Watchers Clinic, che consente di prescrivere i farmaci GLP-1. Questa mossa ha portato a un primo timido aumento degli abbonamenti (circa il 7% nel 2023 rispetto al 2022), con la speranza di conquistare quote di mercato sempre più ampie.