Più igienici ed ecologici, i bagni detti “giapponesi” in Francia stanno attirando un crescente interesse. Un’azienda si distingue per il suo kit fai-da-te rispetto alle aziende asiatiche che dominano il mercato (Liberation)

La questione è emersa un giorno di introspezione sul “trono”: come fare per usare meno carta igienica? Non è che ne usiamo eccessivamente, ma costa cara: il prezzo della carta igienica è salito alle stelle negli ultimi due anni a causa dell’aumento dei costi dell’energia e delle materie prime; tutto questo cellulosa di cotone consumata per pulirci ha un costo ambientale. Secondo un rapporto del WWF, 27.000 alberi vengono abbattuti ogni giorno per produrla. Senza dimenticare che i rotoli, sia in carta riciclata sia in fibra vergine, contengono inquinanti “eterni”, prodotti chimici e profumi dannosi sia per gli ecosistemi che per la salute umana. Da qui l’altra domanda: cosa usare al posto della carta igienica nei nostri bagni? Un marketing ultravirale sui social network ha fatto la promessa ecologica di mettere da parte la carta igienica migliorando l’igiene delle nostre parti posteriori. Come? Scommettendo sui WC-bidet, impropriamente chiamati toilette giapponesi – sebbene siano stati inventati in Svizzera – a causa della loro diffusione massiccia nelle case dell’arcipelago asiatico con una gamma di opzioni di lusso (sedile riscaldato, sedile massaggiante, asciugatura ad aria…).

Secondo i produttori, i vantaggi di questi WC, che integrano un sistema di pulizia attraverso un getto d’acqua, sarebbero sia ecologici sia garanzia di un comfort aggiuntivo. Come il bidet, che un tempo troneggiava nelle sale da bagno francesi (ed è ancora apprezzato dagli italiani), i bagni lavanti consumerebbero infatti solo 0,6 litri d’acqua per toilette contro i 287 per la produzione di un solo rotolo di carta igienica.

I prezzi di un “washlet”, di solito di marca giapponese, si aggirano sui 1.000 euro, esclusa l’installazione da un professionista. Tuttavia, alcune marche offrono kit di WC “giapponesi” da installare tra il sedile e la tavoletta, o addirittura sedili con funzioni di pulizia per un centinaio di euro. È il caso di Boku, giovane impresa francese in questo mercato in crescita dominato dalle aziende asiatiche (Toto, tra le altre. In Giappone è un “must-have”: oltre il 70% delle case sono attrezzate. Ma i bagni giapponesi classici non sono adatti ai WC francesi. Bisognava quindi trovare una soluzione accessibile e conveniente mantenendone i benefici. È stata quindi rimossa la ceramica e tutta l’elettronica per mantenere solo l’essenziale: un sistema di pulizia a pressione.

Consegnato a casa, il kit low-tech – funziona senza elettricità – della giovane azienda fondata nel 2021 dovrebbe essere installato in un quarto d’ora… se si ha manualità e si seguono i tutorial appropriati. Richiede anche di assicurarsi della compatibilità dell’oggetto con la tubatura dei propri WC e di conoscere alla lettera le basi della idraulica. Ovvero sapere come cambiare una guarnizione, chiudere bene l’acqua durante i lavori e realizzarli in un’ora in cui un idraulico professionista è facilmente raggiungibile in caso di un danno irreparabile rapidamente all’acqua.

Le prime impressioni dopo un grosso impegno danno piuttosto ragione a Boku. Il getto, delicato nonostante la propulsione dell’acqua a un flusso potente, dà una sensazione di freschezza e pulizia già sperimentata su bagni giapponesi high-tech.

Warm water washing toilet seat

Tuttavia, dopo diversi giorni di utilizzo, bisogna impegnarsi per diverse decine di secondi e muoversi attorno per uscire quasi puliti e rinvigoriti. D’altronde, un po’ di carta igienica – o asciugamani di stoffa lavabili che il marchio vende anche sul suo sito – è sempre necessaria per asciugare le nostre parti umide ed eventuali residui di feci. Nel frattempo Boku afferma di aver venduto 100.000 unità in due anni. Resta da affinare la pratica per un uso efficiente.