Vendite porta a porta? No ora nei salotti

(Le Figaro) Mentre il celebre marchio Tupperware si trova in crisi finanziaria, nuove aziende stanno rilanciando il modello delle vendite a domicilio, aggiornandolo ai tempi moderni.

In un’epoca dominata dall’e-commerce, i ritrovi casalinghi tra amici per provare prodotti di bellezza, cosmetici e altre novità riscuotono un successo inatteso, dimostrando la persistenza e la capacità di adattamento di questo metodo di vendita. In questo contesto, aziende come Belles Soeurs stanno reinventando le vendite a domicilio attraverso sessioni di bellezza in stile masterclass, in cui l’atmosfera ricorda più un evento glamour che una tradizionale presentazione di prodotti. Ad esempio, in un recente evento, ospiti e venditrici hanno trasformato un salotto in una vera e propria beauty lounge, dove tra calici di champagne e accessori di bellezza, le signore hanno provato una gamma di trattamenti viso naturali e prodotti anti-età made in France. Questo approccio, che si discosta decisamente dalla classica presentazione di contenitori Tupperware, mette al centro della vendita l’esperienza della prova.

Le vendite dirette in Francia, infatti, costituiscono un settore rilevante, con un fatturato annuale di oltre 4,35 miliardi di euro e una forza lavoro di oltre 700.000 persone. In particolare, i settori della cosmetica e dei piccoli elettrodomestici, come il famoso Thermomix di Vorwerk, registrano aumenti annui del fatturato fino al 10%. Altri marchi come Charlott’ (intimo femminile) e Saporissimo (gastronomia italiana) utilizzano il sistema di vendita a domicilio per raggiungere il pubblico, offrendo flessibilità lavorativa e opportunità di carriera a consulenti che desiderano integrare il proprio reddito. La strategia di Belles Soeurs, ad esempio, si basa su un modello di distribuzione “esclusivo” senza negozi fisici, rivenditori o marketing digitale, ma fondato su una rete di vendita basata sul passaparola e supportata da Instagram e social media. Le consulenti offrono sessioni interattive dove i partecipanti testano creme, sieri e strumenti di skincare, beneficiando di consigli esperti in un ambiente amichevole e informale. Anche se il margine di guadagno varia, molte consulenti di Belles Soeurs riescono a ottenere un secondo reddito, con una provvigione a scalare che va dal 20% fino al 30% sulle vendite mensili. Un elemento chiave di questo modello è l’aspetto relazionale e il senso di appartenenza creato dalle vendite a domicilio, che favorisce l’interazione e offre ai consumatori un’alternativa piacevole e sociale rispetto all’acquisto online. Questo modello risponde alle esigenze di chi desidera un’attività autonoma con maggiore flessibilità e significato personale. Non sorprende quindi che molti marchi stiano considerando di adottare il sistema di vendita diretta, soprattutto per il vantaggio offerto dai social media, che permettono di ampliare la clientela potenziale in modo esponenziale.

In Italia, la tradizione delle vendite porta a porta resta viva soprattutto grazie a marchi come Saponissima, che propone prodotti artigianali italiani attraverso degustazioni casalinghe. Anche qui le consulenti trovano in questa attività non solo un modo per integrare la pensione, ma anche un’occasione di socialità e divertimento, organizzando degustazioni tematiche e guadagnando piccole commissioni. Il successo di questi nuovi modelli di vendita a domicilio mostra come l’esperienza Tupperware non sia del tutto scomparsa: è semplicemente cambiata per adattarsi ai tempi. Sebbene il celebre marchio di contenitori plastici sia oggi alle prese con una difficile situazione finanziaria, il suo metodo di vendita continua a vivere e ad evolversi, arricchito da nuovi strumenti digitali e supportato da una crescente domanda di esperienze d’acquisto più personalizzate e socialmente coinvolgenti.