(The Economist) Sensori visivi alimentati da intelligenza artificiale identificano il momento ideale per la raccolta e mani sensibili alla pressione afferrano i grappoli senza danneggiarli.
Il progetto di automatizzazione nella raccolta dell’uva è un tema sempre più discusso, specialmente nei vigneti di alto valore. Mentre altre colture si sono già avvalse di macchinari automatizzati per la raccolta, la vendemmia rimane un’operazione difficoltosa da affidare ai robot. L’uva, infatti, è delicata e può essere facilmente ammaccata o danneggiata, soprattutto quella destinata alla produzione di vini pregiati, dove ogni acino è prezioso e valuto a migliaia di euro per tonnellata. Questa sensibilità ha portato molti vigneti a rifiutare l’uso di robot per la raccolta. Tuttavia, un progetto in fase di sviluppo presso il vigneto Saffron Grange, in Essex, cerca di cambiare questa percezione. In collaborazione con la Queen Mary University di Londra e l’azienda Extend Robotics, il vigneto sta lavorando su un robot dotato di sensori visivi alimentati da intelligenza artificiale, capaci di identificare il momento ideale per la raccolta e di mani sensibili alla pressione, in grado di afferrare i grappoli senza danneggiarli. Questo sistema di sensori sfrutta la tecnologia della spettroscopia, analizzando la luce che attraversa gli acini per determinare il livello di zucchero, permettendo così di identificare il grado di maturazione dell’uva.
Il robot è ancora nelle fasi iniziali di sperimentazione e attualmente deve essere pilotato manualmente tramite un visore di realtà virtuale. I proprietari del vigneto hanno fornito campioni di foglie, uva e succo per allenare i sistemi di intelligenza artificiale e hanno dedicato metà di un campo per i test. Il robot non è ancora pronto per essere impiegato nella vendemmia effettiva, ma la visione per il futuro è ambiziosa. L’automatizzazione della vendemmia porterebbe diversi vantaggi. La raccolta dell’uva, infatti, è un processo intensivo che in una decina di giorni richiede di quintuplicare il personale, mentre il periodo ideale per la raccolta è limitato a pochi giorni, in particolare per i vini spumanti. Grazie ai robot, sarebbe possibile far funzionare la vendemmia 24 ore su 24, assumendo operatori in remoto, per esempio dall’Australia, che controllerebbero il robot in orari notturni per il Regno Unito, rendendo più efficienti le operazioni e riducendo le perdite dovute a muffe, gelo e parassiti.
Il controllo remoto dei robot potrebbe inoltre rompere il circolo vizioso che spesso limita lo sviluppo della robotica agricola: pochi robot in uso portano a dati insufficienti per l’addestramento e miglioramento delle macchine stesse. Accumulando dati tramite il controllo remoto, Extend Robotics spera di accelerare il processo verso robot autonomi, che in futuro potrebbero raccogliere l’uva in completa autonomia, liberando tempo per le persone.