Una società spagnola dice di aver trovato una formula per evitare ingorghi e rallentamenti stradali. Conta soprattutto una velocità controllata (Abc)
Gli ingorghi e i problemi di parcheggio sono due dei grandi fattori che possono far sì che una persona consideri di non guidare più. Da quando l’auto è stata resa popolare come mezzo di trasporto, gli ingegneri del traffico hanno cercato di risolvere gli ingorghi sulle strade per renderli più efficienti, ma questi sono ancora una realtà, soprattutto nei mesi estivi. Il problema sembra non consistere solo nella “capacità” della strada di assorbire il traffico, qualcosa che gli ingegneri del traffico hanno sempre assunto come una delle due variabili classiche nella generazione di code stradali. Il secondo è la presenza di un elemento di disturbo della velocità, come un cambiamento di grado, una curva o un incidente. Tuttavia, queste due variabili sono sempre più in discussione, perché aggiungere una corsia in più alle strade, come accade sulle autostrade americane, sembrerebbe dover risolvere i problemi invece di aggravarli, come è stato dimostrato.
È importante concepire il flusso del traffico come se fosse un liquido, con la differenza che sono i conducenti che hanno il potere di scegliere il proprio percorso e che hanno la tendenza a prendere le decisioni più vantaggiose per se stessi – quando si guida questo significa arrivare a destinazione il prima possibile – anche se questo può portare a un ingorgo per tutti. Decifrare il problema della congestione del traffico è qualcosa che è stato studiato per decenni, e giustamente: risolverlo non solo sarebbe vantaggioso per un problema globale, ma ha il potenziale per essere tremendamente redditizio. Ecco perché molte aziende si sono rivolte ad esso, in particolare ‘start-up’ che scommettono sullo sviluppo tecnologico per risolvere i percorsi saturi attraverso l’analisi dei dati. Esempi di questo sono le società israeliane Mobi e Mobileye. Il trucco per evitare ingorghi è quello di mantenere costante la velocità, anche se il veicolo davanti frena.
Si sta anche sviluppando un sistema di taxi autonomo, acquisito da Intel nel 2017 per 15.000 milioni di euro. Il problema principale presentato dai veicoli autonomi è che sono stati sviluppati per emulare il comportamento attuale dei conducenti e che questo è responsabile della generazione di congestione sulle strade. Le macchine Mobileye imparano allo stesso modo in cui le persone imparano a ottenere la loro patente: guardano cosa c’è davanti al veicolo, senza considerare che ogni auto influenza e amplifica il comportamento di chi le sta dietro. Questo è ciò che causa quelli che sono noti come “phantom jams”, un fenomeno in cui si verifica un ingorgo senza una ragione apparente: la realtà è che se il primo veicolo di un convoglio rallenta, può produrre un effetto domino che finisce per fermarne un altro, posizionare diverse auto dietro di esso e generare un ostacolo sulla strada che paralizza il traffico.
La società sostiene che la soluzione alla congestione è data seguendo quattro massime: mantenere una velocità media elevata per arrivare presto, mantenere una distanza di sicurezza, cercare efficienza nel consumo di carburante attraverso una velocità costante e non occupare più asfalto del necessario. Per fare questo, hanno sviluppato un corso attraverso un simulatore che permette di insegnare una guida che si occupa di queste variabili utilizzando tre concetti: in primo luogo, ogni auto è un semaforo – verde se è in movimento, ambra se frena e rosso se si ferma – in secondo luogo, la nostra auto non è la sola a essere guidata, ma ci sono quelle che ci seguono. Infine, la distanza con l’auto anteriore deve essere concepita come una variabile. C’è una parte inviolabile che sono i due secondi di distanza di sicurezza, ma c’è un’altra variabile, che è quella che consente di mantenere una velocità costante, anche se il veicolo davanti frena. Se fatto correttamente, questo tipo di guida – che chiamano inerziale – annulla gli effetti di amplificazione rispetto alle auto successive ed è in grado di prevenire il verificarsi di ingorghi.