(Chicago Tribune) La mitragliatrice Thompson, nota come “Tommy gun”, è un’arma che ha lasciato un segno indelebile nella storia degli Stati Uniti, specialmente per il suo legame con il crimine organizzato di Chicago

Le origini della mitragliatrice Tommy gun risalgono alla Prima Guerra Mondiale, quando il generale John T. Thompson, un ufficiale decorato dell’esercito statunitense, la progettò come strumento per la guerra di trincea. Il militare di carriera e specialista in armi leggere ideò la mitragliatrice leggera con l’intento di offrire ai soldati un’arma che combinasse la potenza di fuoco rapida di una mitragliatrice con la mobilità di un fucile. Durante la Prima Guerra Mondiale, infatti, le armi da fuoco utilizzate all’epoca, come le mitragliatrici pesanti, risultavano inadatte alla guerra di trincea. Erano pesanti e richiedevano due soldati per essere maneggiate: uno per sparare e l’altro per alimentare l’arma con le munizioni. Thompson desiderava un’arma più leggera, facilmente trasportabile e capace di un fuoco rapido e continuo. La soluzione di Thompson fu la Tommy gun, una mitragliatrice compatta che permetteva a un singolo soldato di utilizzarla. L’arma sfruttava il principio fisico di Newton secondo cui “a ogni azione corrisponde una reazione uguale e contraria”. Questo principio venne applicato per ridurre il rinculo dell’arma, rendendo più facile per il tiratore maneggiarla con precisione. Nonostante l’efficacia dell’arma, la guerra terminò prima che il prototipo potesse essere testato sul campo di battaglia. Ciò non fermò Thompson, che continuò a perfezionare l’arma nel periodo post-bellico, cercando di venderla alle forze dell’ordine e al mercato civile.

Sebbene la Tommy gun fosse un’invenzione pensata per i militari, il suo prezzo elevato ne ostacolava la diffusione tra le forze di polizia, che spesso non avevano i fondi necessari per acquistarla. Tuttavia, il mondo del crimine organizzato trovò nell’arma un alleato prezioso. Durante il periodo del proibizionismo negli anni ’20 e ’30, bande di gangster come quelle di Al Capone e di George “Bugs” Moran usarono la Tommy gun per difendere i loro affari illeciti legati al contrabbando di alcolici. Un episodio particolarmente noto legato all’uso della Tommy gun è il massacro di San Valentino, avvenuto il 14 febbraio 1929. In quell’occasione, alcuni sicari fecero irruzione in un garage di Chicago, utilizzato come centro di distribuzione di liquori di contrabbando, e uccisero sette membri della banda di Moran. Sebbene Al Capone fosse in Florida al momento dell’attacco, molti sospettarono che fosse lui il mandante della strage. Un dettaglio che consolidò il legame tra Capone e la Tommy gun fu la dichiarazione di Moran, che quando gli venne chiesto se i killer fossero poliziotti (dato che alcuni indossavano uniformi), rispose: “Solo Al Capone uccide in quel modo”. Questo episodio divenne parte della leggenda criminale di Chicago e contribuì alla notorietà della Tommy gun come l’arma dei gangster.

Oltre al suo legame con la criminalità, la Tommy gun divenne un’icona culturale, immortalata nei film di gangster prodotti da Hollywood. Studi cinematografici come Paramount Pictures possedevano decine di Tommy gun per le riprese, utilizzandole come simbolo della violenza e del potere nel mondo del crimine. Un nome alternativo per l’arma era “Chicago Typewriter” (macchina da scrivere di Chicago), poiché il suono dei colpi sparati somigliava al rumore prodotto da una macchina da scrivere. Quando scoppiò la Seconda Guerra Mondiale, l’arma divenne nuovamente rilevante, questa volta sul campo di battaglia. La sua praticità e potenza di fuoco la resero utile anche durante il secondo conflitto mondiale. Paesi come Francia e Inghilterra ordinarono migliaia di Tommy gun per armare i loro soldati, e anche l’esercito statunitense la adottò. Il generale John T. Thompson, l’uomo dietro questa iconica arma, non visse abbastanza a lungo per vedere l’impatto della sua invenzione durante la Seconda Guerra Mondiale. Morì il 22 giugno 1940, un anno prima che gli Stati Uniti entrassero ufficialmente in guerra.