“Sugar” e il noir su Apple+

Colin Farrell protagonista della serie che rende omaggio ai classici del noir sia nella materia che nell’estetica (El Pais)

Quando lo spettatore incontra John Sugar, lo fa in bianco e nero. È a Tokyo e sta cercando il figlio di un boss della Yakuza, la pericolosa mafia giapponese. Poco dopo, con quel caso già risolto, a colori e accompagnato dalla voce fuori campo del protagonista stesso, John Sugar accetterà un nuovo caso. Molto discreto, molto efficace e specializzato nella ricerca di persone scomparse, è ora assunto da un leggendario produttore di Hollywood per cercare sua nipote. “Sugar”, su Apple TV+, è una lettera d’amore al classico genere letterario e cinematografico dei detective privati. È così nel suo personaggio, il tipo di uomo solitario, tormentato, misterioso e di poche parole che avrebbe potuto essere interpretato da Humphrey Bogart o Robert Mitchum e che è portato in vita qui da Colin Farrell. Lo è nella sua estetica e nei movimenti e negli angoli della macchina da presa, ispirata al cinema degli anni Quaranta e Cinquanta. E questo è reso esplicito da clip di classici come “Il falcone maltese”, “Il bacio mortale” e soprattutto Chinatown (1974), il film chiaro riferimento della serie.

“Sugar” aggiorna il genere nero e lo stereotipo del detective privato. Nei film noir classici, il detective tende ad essere affidabile, capace e non particolarmente misterioso, un po’ unidimensionale. Il personaggio di Sugar è, per molti versi, il più grande mistero della serie. E complesso, vulnerabile e umano, in questo aiutato dai contributi di Colin Farrell che ha dato al personaggio la forza e il carisma di una star del cinema e, allo stesso tempo, si sente che è un uomo ferito, spezzato e vulnerabile, innocente.

La lettera d’amore che Sugar scrive, con otto capitoli che, ad eccezione del primo, superano di poco la mezz’ora, ha più destinatari. Uno è il cinema in generale. Poi molti dei luoghi contengono riferimenti alla classica Hollywood. Il terzo destinatario di questa lettera è, appunto, la Città di Los Angeles con i suoi film come “Chinatown”, “Heat” e, naturalmente, “L. A. Confidential”.