Il vino più antico mai trovato ha un macabro ingrediente segreto (Guardian)
In Spagna nell’ambiente scientifico ha fatto sensazione il ritrovamento del più antico vino mai scoperto: nella sua forma liquida originale è bruno-rossastro e, abbastanza plausibilmente, corposo. Ma non è il colore ad aver creato sensazione quanto il fatto che le reazioni chimiche scatenatesi nei 2.000 anni da quando il vino bianco era stato versato in un’urna funeraria nel sud della Spagna, e potenzialmente corposo perché l’urna conteneva anche, tra le altre cose, le ossa cremate di un antico Romano. L’analisi degli esperti dell’Università di Cordoba ha stabilito che l’antico liquido fulvo all’interno dell’urna – trovato in una rara tomba romana intatta scoperta nella città andalusa di Carmona– è un vino locale simile allo sherry. Prima della scoperta, riportata nel Journal of Archaeological Science, il vino più antico conservato allo stato liquido era la bottiglia di vino Spira, trovato all’interno di una tomba romana vicino alla città tedesca di Spira nel 1867 e datato a circa il 325 d.C
L’urna spagnola è stata recuperata dopo che una famiglia che aveva lavorato nella loro casa a Carmona si è imbattuta in una tomba nella loro proprietà, sommersa perché scavata nella roccia, fatto che gli ha permesso di rimanere in piedi per 2.000 anni. Gli archeologi della città si sono subito resi conto che la tomba era incredibilmente insolita perché non era stata razziata o saccheggiata: i Romani erano orgogliosi, anche nella morte e usavano costruire monumenti funebri, come torri, sopra le loro tombe in modo che la gente potesse vederli. Volevano rimanere nella memoria delle persone.
La tomba conteneva otto nicchie funerarie, sei delle quali avevano all’interno urne in pietra calcarea, arenaria o vetro e piombo. Ogni urna conteneva i resti ossei cremati di un singolo individuo e due delle urne erano incise con i nomi dei defunti: Hispanae e Senicio. L’anno scorso i ricercatori hanno annunciato di aver trovato una bottiglia di cristallo in una delle urne che conteneva un profumo romano di patchouli di 2.000 anni fa. L’urna conteneva anche le ossa cremate di un uomo e un anello d’oro decorato con un Giano a due teste. Era stato messo al dito in seguito poiché il morto non lo indossava quando è stato cremato. Una volta che il team di ricercatori ha stabilito che i cinque o più litri di liquido rossastro nella fiaschetta di vetro all’interno dell’urna non provenivano da condensa o inondazioni, hanno iniziato ad analizzarlo. I test hanno dimostrato che aveva un PH di 7,5 – vicino a quello dell’acqua – e conteneva elementi chimici molto simili a quelli dei vini di oggi. Sono stati cercati polifenoli e ne sono stati trovati sette simili a quelli dei vini di quella parte dell’Andalusia: Montilla-Moriles, vini di tipo sherry di Jerez e manzanilla di Sanlúcar”.