(Financial Times) Nel cuore della Polonia meridionale si svolge una competizione unica, dove i più veloci stenografi del mondo si riuniscono per una sfida biennale

A Katowice si è svolto il 54º congresso organizzata da Intersteno, un’organizzazione no-profit dedicata alla promozione della scrittura veloce. Non si tratta solo di una prova di abilità, ma di una vera e propria Olimpiade con la partecipazione di concorrenti provenienti da tutto il mondo, ciascuno desideroso di dimostrare il proprio valore nel catturare i discorsi a una velocità fulminea. La sfida inizia con un discorso di 15 minuti pronunciato a un ritmo sempre più rapido, mettendo alla prova i limiti della competenza stenografica di ogni concorrente.  La stenografia, un metodo di scrittura che utilizza simboli per catturare rapidamente e accuratamente il discorso, ha una storia ricca. Le sue origini risalgono al I secolo a.C., quando Tirone, uno schiavo e segretario di Cicerone, ideò un sistema per registrare i discorsi nel Senato romano. La pratica si è evoluta nel corso dei secoli, con figure di spicco come Samuel Pepys e Isaac Newton che la utilizzarono. Nel XIX secolo, la stenografia era diventata uno strumento essenziale per impiegati e giornalisti, una competenza all’epoca tanto vitale quanto l’email o l’intelligenza artificiale lo sono oggi.

Charles Dickens, il celebre romanziere, fu a suo tempo un cronista parlamentare che padroneggiava la stenografia. La sua esperienza ispirò il personaggio di David Copperfield, la cui lotta per apprendere l’arte della stenografia simboleggiava la determinazione e l’autodisciplina. Alla fine del 1800, la stenografia aveva acquisito tale importanza che 400 appassionati si riunirono a Londra per il primo incontro internazionale, che portò alla formazione di Intersteno. L’evento fu una celebrazione del potenziale della stenografia nel rivoluzionare la comunicazione, una visione che risuonò attraverso i discorsi registrati in stenografia. Isaac Pitman, l’inventore del sistema di stenografia Pitman utilizzato da molti concorrenti a Katowice, credeva che la stenografia potesse democratizzare la conoscenza, rendendo le informazioni accessibili a tutte le classi sociali. Il suo sistema divenne la base per molti che intrapresero professioni che richiedevano trascrizioni rapide e accurate, in particolare nel giornalismo. Tuttavia, verso la fine del XX secolo, lo scenario iniziò a cambiare. Il romanzo di Sylvia Plath del 1963, “La campana di vetro”, cattura il declino dell’attrattiva della stenografia, con la protagonista, Esther Greenwood, che si ribella all’idea che padroneggiare la stenografia fosse essenziale per il successo. Questo sentimento rifletteva un cambiamento culturale più ampio, dove le nuove tecnologie iniziavano a erodere il dominio della stenografia sul posto di lavoro.

Nonostante questi cambiamenti, la stenografia è rimasta una competenza critica per i giornalisti fino agli anni ’80. Per molti, come i partecipanti a Katowice, rimane uno strumento inestimabile. Tuttavia, con l’avanzare delle app di riconoscimento vocale e dei software di trascrizione, la necessità della stenografia viene sempre più messa in discussione. Il National Council for the Training of Journalists nel Regno Unito, ad esempio, ha cessato di rendere obbligatoria la stenografia per i tirocinanti nel 2016, riflettendo la crescente dipendenza dagli strumenti digitali. Al congresso di Intersteno, tuttavia, la stenografia è tutt’altro che obsoleta. La competizione è feroce, con partecipanti che utilizzano una varietà di metodi, dalla tradizionale penna e carta alle avanzate macchine stenografiche, per catturare i discorsi a velocità incredibili.

Gli scrittori di stenografia a penna, sebbene in minoranza, tengono ancora testa. Tra loro c’è Erika Vicai, un’impiegata del parlamento ungherese che cattura regolarmente le sedute con la stenografia. Vicai, insieme alla sua connazionale Zsuzsánna Ferenc, ha dominato la competizione di scrittura veloce per anni, raggiungendo velocità sorprendenti fino a 460 sillabe al minuto.Per Vicai, la stenografia non è solo un’abilità, ma una disciplina paragonabile all’allenamento atletico. Si esercita con rigore, affinando la memoria muscolare per garantire che la sua stenografia rimanga fluida e automatica. Questa dedizione ripaga nella competizione, dove lei e Ferenc superano costantemente i loro rivali, registrando trascrizioni quasi perfette.

A Katowice, il congresso di Intersteno è servito a ricordare che la stenografia, un tempo vista come uno strumento rivoluzionario, ha ancora un posto nel XXI secolo. Che sia nelle aule parlamentari o nel frenetico mondo del giornalismo, la capacità di catturare il discorso in modo rapido e accurato rimane una competenza preziosa. E per coloro che l’hanno padroneggiata, la stenografia è più di un semplice metodo di scrittura: è uno stile di vita.