In Francia si è ormai convinti che l’obesità è una malattia, e non solo una situazione dovuta alla mancanza di volontà dei pazienti. E una serie di medicamenti da ingerire sta per sbarcare sul mercato. (Aujourd’hui)

Fino ad ora, quasi nessun farmaco è stato proposto al 17% di francesi in sovrappeso che ne soffrono quotidianamente, talvolta da diversi anni, o addirittura decenni. Ma una nuova gamma di trattamenti potrebbe presto arrivare sul mercato europeo. Molti medici non esitano a parlare di “rivoluzione medica”, pur evidenziando alcuni limiti. Molti pazienti chiedono soluzioni e con un numero di persone obese nel mondo stimato a 1 miliardo, questo mercato rappresenta anche un’enorme opportunità per l’industria farmaceutica. Tutti questi trattamenti hanno in comune il “simulare” il funzionamento di un ormone naturalmente prodotto dall’organismo, chiamato GLP-1 (Glucagon Like Peptide 1). Quest’ultimo stimola la secrezione di insulina, abbassando la glicemia. Infatti, alcuni farmaci di questa gamma, come l’Ozempic, sono già autorizzati per il trattamento del diabete. Ma hanno anche proprietà dimagranti e sono talvolta utilizzati per questo scopo perché questo ormone agisce sul cervello, accelerando il senso di non avere più fame.

Concretamente, una perdita di peso “significativa” è stata osservata nei pazienti diabetici con alcuni di questi farmaci. Dei laboratori hanno poi condotto studi clinici su pazienti obesi non diabetici e un effetto è stato osservato anche in loro, le perdite di peso ottenute sono dell’ordine del 15-20% in un anno. Questi prodotti si somministrano per iniezione, spesso una volta alla settimana. Questa famiglia di farmaci comprende in particolare il Wegovy, “cugino” dell’Ozempic, del laboratorio Novo Nordisk. Questo è già stato autorizzato in Francia secondo la procedura detta “di accesso precoce” e circa 10.000 pazienti con obesità più severa — indice di massa corporea (IMC) superiore a 40 — ne hanno beneficiato. Successivamente, il trattamento sarebbe aperto ai minori di 65 anni con un IMC di almeno 35.

Un altro gruppo farmaceutico, Eli Lilly, è anche in lizza, con il Mounjaro. L’Agenzia europea per i medicinali ha dato la sua autorizzazione a metà dicembre, alcune settimane dopo il via libera negli Stati Uniti (sotto il nome commerciale Zepbound). Ma attenzione: non bisogna vederlo come la panacea. Né la chirurgia dell’obesità né i farmaci sono soluzioni miracolose. L’assunzione del trattamento deve essere accompagnata da una dieta, da una certa attività fisica e da un adattamento dello stile di vita. Questo è tanto più importante perché il trattamento è efficace in alcuni pazienti e non in altri. E quando si interrompe il trattamento, l’effetto dimagrante scompare. Il rischio di effetti collaterali, invece, è ben presente: diarrea, vomito, costipazione, mal di testa, ecc. Questo potrebbe riequilibrare il rapporto beneficio-rischio? In ogni caso, sarà fondamentale rispettare le istruzioni per l’uso. Questi trattamenti saranno tanto più attentamente monitorati dalla farmacovigilanza poiché il ricordo del Mediator, un antidiabetico prescritto come soppressore dell’appetito, ma tossico per il cuore, che avrebbe causato circa 2.000 morti in Francia, è ancora vivo nella memoria di tutti.

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