Il Cirque du Soleil rinasce dalle sue ceneri. L’istituzione canadese, in bancarotta a causa del Covid, ha ripreso la crescita grazie a nuovi azionisti e a una diversa strategia commerciale
Il Cirque du Soleil è tornato in grande stile, con una delle sue produzioni principali, “Kurios – Cabinet delle curiosità”. Dopo aver fatto tappa a Londra (216.000 fan), Bruxelles (220.000), Knokke, Roma, Milano e Parigi, lo spettacolo si esibirà successivamente a Monaco e Düsseldorf prima di attraversare l’Atlantico e raggiungere Montreal. Con 51 creazioni all’attivo e 375 milioni di biglietti venduti in tutto il mondo in 39 anni, con un pubblico di 10-12 milioni di spettatori riuniti ogni anno, l’istituzione canadese ha rivoluzionato il mondo del circo, eliminando i numeri con gli animali e collaborando con creatori provenienti da tutto il mondo. Ma se nel 2023 il Cirque du Soleil è di nuovo tra i leader mondiali dell’intrattenimento, è stato un lungo percorso. Molto lungo.
Con il Covid-19, il colpo è stato molto brutale, i mercati si sono chiusi uno dopo l’altro, sono stati richiamati artisti e manovalanze da tutto il mondo e il Circo è stato posto sotto la protezione dei tribunali canadesi e americani prima di effettuare una riorganizzazione finanziaria alla fine dell’estate del 2020. Per evitare il fallimento, il Cirque du Soleil è stato costretto a ristrutturare la sua base azionaria con nuovi investitori in grado di iniettare 375 milioni di dollari di capitale per aiutarlo fino alla fine della pandemia e poi rilanciare le sue attività.
Nel 2015, al fine di stimolare la sua crescita e conquistare nuovi mercati, il Cirque si era appoggiato a nuovi proprietari accanto al suo co-fondatore, Guy Laliberté: i fondi di investimento TPG (Stati Uniti) e Fosun (Cina) e la Caisse de dépôt et placement du Québec, a cui era stato ceduto il suo 10% restante. Ma il virus ha avuto ragione del sostegno di questi azionisti. Nel novembre 2020, in seguito al processo di ristrutturazione, il Cirque è passato principalmente sotto il controllo del fondo canadese Catalyst Capital e degli americani Sound Point Capital, Cbam Partners e Benefit Street Partners, tutti attivi nel mercato del debito.
Nell’estate del 2021, sono ripresi gli spettacoli residenti a Las Vegas e Orlando, che rappresentano il 45% dell’attività, e nel secondo semestre del 2021 sono ripartite le tournée internazionali. Artisti e tecnici, licenziati al 95%, sono tornati anche perché a marzo il Cirque (un gigante che impiega 4.300 persone) ha ottenuto un prestito a termine di 550 milioni di dollari americani per rifinanziare il debito, oltre a una nuova linea di credito rinnovabile da 100 milioni di dollari, continuando la riduzione del suo debito. Anche la strategia commerciale è cambiata. Tradizionalmente il Cirque era focalizzato sulla creazione di produzioni, per le quali trovava i mercati. Oggi si parte dal mercato: ad esempio, a Nashville, patria della musica country, verrà prodotto uno spettacolo basato su questo genere musicale, in collaborazione con Universal Music.
Si vuole anche stabilire il Cirque du Soleil in modo più duraturo nelle metropoli in cui torna spesso come Londra, Parigi, New York, Berlino, Tokyo cercando teatri simili al Covent Garden di Londra, dove offrire spettacoli e cene di alta qualità. Il nuovo modello di partnership per gli spettacoli in residenza punta aridurre al minimo le spese in capitale e logistica: Per “Kurios” in tournée, servono 85 camion che trasportano 2.000 tonnellate con 8.000 costumi. Il Cirque du Soleil, che punta anche a una maggiore penetrazione in America del Sud, in Asia, negli Emirati e in Arabia Saudita, sta lavorando alle sue entrate accessorie, al negozio online con l’espansione della gamma e al merchandising sotto il tendone.