Impariamo a ridere e a stare meglio

Lo yoga della risata è la nuova tecnica di tendenza per coltivare la propria capacità di essere felici. Questa disciplina sorprendente vuole riconnettere le persone alla propria gioia di vivere (Journal de Dimanche)

Ci troviamo al Hasard Ludique, un’ex stazione ferroviaria della Petite Ceinture trasformata in un centro culturale, nel 18° arrondissement di Parigi. Ogni due martedì, qui si svolge un laboratorio di “rigologia”. Non pensate a un monologo comico, a un concorso di barzellette o a uno spettacolo di clown. No, qui si fa sul serio. Si ride per stare bene. “È il momento di svago degli adulti”, commenta Catherine Delanoe, psicologa positiva che conduce con entusiasmo contagioso questo laboratorio, noto anche come yoga della risata. Non si tratta di un’ennesima variazione dello yoga prana: questa disciplina è stata inventata nel 1995 da un medico indiano, il dottor Madan Kataria, che aveva notato come i suoi pazienti allegri fossero in salute migliore rispetto a quelli tristi o malinconici. Con sua moglie, insegnante di yoga, aveva poi sviluppato questo metodo che riprende una pratica di stimolazione delle energie e di radicamento nel momento presente.

Non aspettatevi di praticare le posture del gatto, del cobra o persino il saluto al sole. Si tratta più di stretching e respirazione. Corinne Cosseron, fondatrice della Scuola Internazionale della Risata, ha in seguito arricchito la disciplina con tecniche psicocorporee che permettono di liberarsi dalle emozioni negative e di riconnettersi alla propria gioia di vivere. “Il corpo non fa differenza tra una risata spontanea e una forzata”, spiega la coach. “Se stimoliamo quest’ultima, diventa reale e benefica per la salute perché la risata rafforza il sistema nervoso, aumenta le endorfine, attiva l’immunità, riduce lo stress, facilita la digestione e, essendo una vera e propria ginnastica del viso, ha un effetto lifting.” Sessanta secondi di risata equivalgono a dieci minuti di sport e trenta di relax. Tuttavia, nel nostro mondo attuale, si ride poco, sempre meno (meno di un minuto al giorno), mentre sarebbe necessario farlo da dieci a quindici minuti quotidianamente per allineare i propri “pianeti interiori”. Da qui l’entusiasmo per questa pratica.

Quando si viene qui per la prima volta, si può essere un po’ disorientati, chiedendosi se gli altri partecipanti non siano un po’ matti a ridere così tanto per nulla, ma ci si abitua rapidamente al gioco, ridendo di cuore delle situazioni comiche più o meno bizzarre in cui ci si trova coinvolti. E diventa un vero piacere. Ogni sessione ha un tema: il gatto, il codice della strada… A turno, si ride in modi diversi, si partecipa a giochi di ruolo e di mimo che ricordano quelli praticati all’Actors Studio. “La nostra capacità di ridere dipende per il 50% dalla nostra genetica, per il 10% dalle condizioni che ci circondano, e per il 40% dalla nostra responsabilità personale”, spiega Catherine Delanoe. “Agiamo su quest’ultima. I giochi permettono di esternare il negativo. Piuttosto che concentrarsi su ciò che non va, ci concentriamo su ciò che va bene.”
Si impara a distaccarsi dal giudizio degli altri, a superare la timidezza. Ridere di tutto e di niente è una sfida, ma l’effetto è infine liberatorio, soprattutto perché è più facile e più efficace ridere in gruppo che da soli, e il riso è contagioso. Alla fine della sessione, che dura quasi due ore, Catherine Delanoe chiede ai partecipanti come si sentono. La risposta è sempre la stessa: sereni, felici, pacificati… Studi hanno mostrato che la frequenza del riso diminuisce a partire dai 23 anni e non aumenta fino dopo i 70 anni. Da qui la crescente curiosità che suscita lo yoga della risata tra le giovani generazioni. Ma è nelle aziende che Catherine Delanoe interviene sempre più spesso. Presso L’Oréal, il gruppo Bel, la SNCF, i team building si moltiplicano. “Questo rafforza la coesione dei team e un dipendente felice è più produttivo”.

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