I cefalopodi sono capaci di camuffarsi controllando i milioni di cellule pigmentate della loro pelle. (Le Figaro)
Il mimetismo è un’arte certamente diffusa nel mondo vivente. Se ci sono animali che lo padroneggiano più di ogni altro, e in modo attivo, si tratta sicuramente dei cefalopodi della sottoclasse dei coleoidi. Questi animali marini, dotati di tentacoli, che includono seppie, polpi e calamari, sono capaci in un batter di ciglia di cambiare aspetto e di fondersi con il loro ambiente. Uno studio pubblicato quest’anno sulla rivista “Nature” decodifica il meccanismo incredibilmente complesso che permette alle seppie comuni di modificare il loro colore a volontà. Il mimetismo dei cefalopodi è unico nel mondo vivente. Certo, i rettili sanno cambiare colore, ma si tratta per loro di un meccanismo ormonale, lento e a bassa risoluzione. Nei cefalopodi è il sistema nervoso che controlla direttamente milioni di cellule pigmentate situate nella loro pelle. Per comprendere questo meccanismo, gli scienziati hanno esaminato nei minimi dettagli la struttura della pelle delle seppie. Per quattro anni, un team ha sviluppato tecniche per individuare queste cellule sulla superficie della pelle degli animali e seguirne la morfologia filmando a 20-60 immagini al secondo, per settimane. Bisogna immaginare la pelle della seppie un po’ come uno schermo ad alta risoluzione costellato di pixel. Questi pixel, chiamati cromatofori, sono cellule pigmentate il cui diametro – da 10 a 300 micrometri – è controllato da piccolissimi muscoli a loro volta pilotati dal cervello. Per cambiare aspetto, la seppia pilota quindi la contrazione dei suoi cromatofori, per creare un’approssimazione della texture del suo ambiente.
Quando un cromatoforo è completamente contratto, non si vede e rivela una superficie sottostante bianca, che riflette la luce. Quando è esteso, diventa visibile come un punto di colore, più o meno grande. I cromatofori possono avere tre colori: giallo, rosso o nero, ma quest’ultimo dipende dall’età del cromatoforo. Una seppia vive in media un anno. La sua taglia aumenta di circa un centimetro fino a una trentina di centimetri. Le cellule sulla superficie della pelle si moltiplicano quindi, passando da alcune centinaia di cromatofori, a un milione alla fine della vita. Ogni nuovo cromatoforo inizia la sua vita in giallo; dopo tre settimane, diventa rosso, poi nero. Questa incredibile capacità offre diversi vantaggi ai cefalopodi. È ovviamente uno strumento per nascondersi dai predatori, o per attendere nascosti nella sabbia o su una roccia l’arrivo di una preda, principalmente piccoli crostacei. Un po’ come un gatto che cerca di mimetizzarsi nell’erba, ma molto più difficili da rilevare grazie al loro mimetismo. Questo gioco di colori è anche uno strumento per comunicare, corteggiare o addirittura intimidire altre seppie.
Il sistema nervoso dei cefalopodi è estremamente complesso. Il cervello di un polpo contiene tanti neuroni quanto quello di uno scoiattolo. Sono animali tanto più affascinanti in quanto hanno sviluppato un’intelligenza pur essendo molto diversi dai mammiferi. Ricordiamo che l’ultimo antenato comune tra mammiferi e questi molluschi risale a 550 milioni di anni fa. Questo antenato lontano era probabilmente un verme marino primitivo.