Anche se non ha ospitato le riprese dell’omonimo ultimo film, il forte costruito sotto Francesco I è una tappa imprescindibile per gli appassionati dell’opera di Alexandre Dumas (Aujourd’hui)
Davanti a una cella che porta il nome di Edmond Dantès, migliaia di francesi (ma non solo loro) scoprono il castello d’If durante una visita a Marsiglia. Il libro di Alexandre Dumas “Il Conte di Monte-Cristo” ha reso celebre in tutto il mondo questo forte costruito sotto Francesco I e diventato una sinistra prigione. Nel romanzo di Dumas, Edmond Dantès subisce ciò che dei prigionieri realmente hanno vissuto. Se la Maschera di ferro è un mito inventato nel XIX secolo, molti protestanti furono incarcerati lì dopo la revoca dell’editto di Nantes, ma con loro anche il conte di Mirabeau, imprigionato nel 1774 su richiesta del padre, e altri detenuti, in particolare rivoluzionari, fino al 1890, anno dell’apertura al pubblico. Prigionieri e visitatori hanno lasciato graffiti, ma è il protagonista di Dumas a simboleggiare l’ingiustizia con la sua detenzione di quattordici lunghi anni in un romanzo sempre popolare. Servito da un traghetto che parte dal Vecchio Porto di Marsiglia, il luogo riceve 100.000 visitatori annuali.
Situato sull’omonima isola delle isole Frioul il Castello d’If nasce nel 1524 come prima fortezza reale di Marsiglia. Fu costruito infatti a metà del Cinquecento per difendere la città, che era in quel periodo un importantissimo centro di scambi commerciali, probabilmente il più importante della Francia. Nel 1580 il Castello d’If di Marsiglia divenne una prigione di stato (per questo ricorda molto la prigione di Alcatraz a San Francisco) in cui furono rinchiusi numerosissimi prigionieri politici e religiosi fino al secolo scorso. Dai rivoluzionari dei moti del ’48, tra cui diversi scalpellini di cui abbiamo testimonianza grazie alle incisioni lasciate all’interno del castello, fino ai soldati tedeschi durante la prima guerra mondiale.
Dal cinema muto, il Conte di Monte-Cristo è stato adattato circa sessanta volte al cinema. Anche se le scene di prigione dell’ultimo adattamento non sono state girate sul posto e, a differenza del film, le celle di Dantès e dell’abate Faria non sono scavate nel terreno, l’effetto di isolamento austero del forte si percepisce immediatamente. I visitatori anche se non ritrovano esattamente ciò che hanno visto nel film, non sono delusi perché sanno che è una finzione, ma spesso chiedono perché le riprese non hanno avuto luogo qui. L’ingiustizia vissuta da Edmond Dantès ci parla oggi e ricorda anche il destino di migliaia di prigionieri che hanno realmente vissuto queste condizioni disumane. Una delle più belle invenzioni di Dumas, la fuga per mare di Edmond Dantès nel sudario dell’abate Faria, continua oggi a essere fonte di ispirazione. Dal 1999, il Défi de Monte Cristo, la cui partenza è data dal castello d’If e l’arrivo alla spiaggia del Prado a 5 km di distanza, è la gara di nuoto in mare più importante d’Europa.