Una nuova biografia tratta la vita affascinante e malinconica del cantante morto per overdose nel 2016 (La Vanguardia)
George Michael ha rappresentato una cotta per milioni di ragazze, non faceva eccezione Lady D, solo due anni più grande di lui con la quale avrebbe mantenuto una lunga amicizia: si comportava come una studentessa arrossita e isterica quando lo incontrò nel suo camerino dopo una performance alla Wembley Arena di Londra nel 1982. Un decennio dopo, l’artista stava ancora segretamente pensando ad Anselmo Feleppa quando cantava “Somebody to Love” al concerto tributo a Freddie Mercury. Il designer brasiliano che era l’amore della vita di Michael morì un anno dopo di AIDS, la stessa malattia che ha colpito il frontman dei Queen. Queste e molte altre storie della vita di Michael sono dettagliate nell’affascinante e malinconica biografia “George Michael: A Life” of James Gavin, appena pubblicata. Il libro racconta l’esistenza tormentata di un compositore di grande profondità, ma “con una dipendenza dal superficiale, dal glamour e dall’irreale”, come lo definì all’epoca il “Guardian”.
Viene raccontata la metamorfosi di Michael dal timido e goffo Georgios Kyriacos Panayiotou, il suo vero nome, al leader dominante e sensuale degli Wham! negli anni Ottanta, uomo con complesse crisi personali che lo hanno portato a un esito fatale all’età di 53 anni. Durante gli anni della fama, nella sua intimità, Michael è stato impegnato in un lungo processo di autodistruzione, in un primo momento legato a un rapporto burrascoso con la sua sessualità e, in seguito, alle prese con troppe sostanze. Gli anni di schiacciante popolarità avevano esaurito il cantante al punto che gridò al suo manager: “Smettila di cercare di salvarmi da me stesso”. Quasi tutto ciò che riguarda la personalità di Michael, dalla sua ambizione viscerale alle sue insicurezze, aveva a che fare in qualche modo con il rapporto con il padre. Jack Panos, nato Kyriacos Panayiotou, era un immigrato greco-cipriota con una visione profondamente tradizionale della vita e un’intolleranza verso l’omosessualità che ha plasmato il carattere di suo figlio gay per tutta la sua vita. Gavin svolge anche un’analisi approfondita della discografia e del processo creativo del cantante.
George Michael dichiarò nel 1998 di essere gay dopo essere stato arrestato per cattiva condotta sessuale in un bagno pubblico di un cimitero di Beverly Hills in un momento in cui la sua carriera stava attraversando una “siccità” artistica. Dopo quell’incidente che ha cambiato la sua immagine pubblica, ha voluto riemergere e assicurò Winah Winfrey durante un’intervista che non era più interessato a vendere album agli omofobi e che stava attraversando un eccellente momento di vita. Ma le dipendenze dell’artista sono diventate insostenibili. Dopo un piccolo recupero di popolarità, poco dopo aver pubblicato l’album “Symphonica” nel 2014, l’artista venne trovato nella vasca da bagno della sua casa di Highgate con un’overdose di fentanyl. Dopo di che trascorse un anno in una clinica di lusso in Svizzera. Tornato nel Regno Unito nel 2016 aveva guadagnato un bel po’ di peso, il suo pizzetto stava sbiancando ed era convinto di poter controllare la dipendenza alle droghe. Ma dopo la lunga riabilitazione, non ci volle molto perché Michael riacquistasse le sue vecchie abitudini. Alla vigilia di Natale, accompagnato solo da Fadi Fawaz, il suo ultimo compagno, fu da questi trovato morto tra le lenzuola del suo letto nella sua casa di Goring-on-Thames.