(New Scientist) Lo yartsa gunbu viene descritto come “capace di curare tutto” e con proprietà afrodisiache e quindi viene sovrasfruttato sull’altopiano tibetano

I paesaggi dell’Himalaya sono sconvolti dalla caccia allo yartsa gunbu, un fungo che vale più del suo peso in oro. Per saperne di più, ecco il risultato di una visita all’Istituto Sowa Rigpa, a Katmandu, ad osservare la preparazione di un’infusione di quello che potrebbe essere la risorsa naturale più costosa del mondo. Dopo aver pestato il fungo con 16 erbe medicinali rare, Tsultrim Rabsel porge un sacchetto a Tashi Tsering. Quest’ultimo versa la polvere con cautela. “Il rimedio è pronto”, dichiara. I due uomini sono amchi, una parola tibetana che significa più o meno “medico”. Praticano la medicina tradizionale, un’arte alla confluenza tra scienza e credenze. Preparano tonici per il corpo e la mente a base di ingredienti ricercati. Sebbene lo yartsa gunbu (Cordyceps sinensis) sia stato poco studiato in Occidente a causa del suo prezzo e della sua rarità, i ricercatori di Cina, India e Nepal gli hanno attribuito un interesse terapeutico per le malattie renali, epatiche e cardiovascolari. Oltre a proprietà antinfiammatorie, antivirali e antiossidanti, avrebbe anche effetti afrodisiaci, che gli valgono talvolta il soprannome di “Viagra dell’Himalaya”.

Questa combinazione tra efficacia e credenze giustifica il prezzo esorbitante dello yartsa agli occhi di chi lo assume: 150.000 dollari al chilo (circa 140.000 euro) in Cina. Il mercato mondiale è stimato a 11 miliardi di dollari [circa 10 miliardi di euro]. Perché tanto entusiasmo? Perché questo fungo appare puro e naturale. Il modo straordinario di riproduzione dello yartsa alimenta questa convinzione: il fungo parassita le larve delle falene Thitarodes che ibernano sottoterra, e le ricopre del suo micelio. Per questo viene anche chiamato “fungo bruco”. Quando la larva risale in superficie per morire, il fungo forma uno stelo a forma di ago. Il ciclo di vita dei Cordyceps ha inoltre ispirato gli umani zombificati del gioco “The Last of Us”, che è anche una serie televisiva. L’elevato valore dello yartsa, che cresce solo nei pascoli d’altura indiani, nepalesi, bhutanesi e cinesi, rende la sua raccolta la prima fonte di reddito per diversi villaggi poveri.

Se l’esplosione della domanda ha provocato un aumento del tenore di vita, ha anche portato a effetti negativi sull’ambiente. Lo yartsa impiega diversi anni per raggiungere la maturità e non viene raccolto in modo sostenibile. Il micelio viene estratto a colpi di piccone, distruggendo i terreni necessari alle farfalle e accelerando anche l’erosione dovuta al cambiamento climatico. Inoltre, il processo inquina i corsi d’acqua e favorisce la deforestazione. L’Unione Internazionale per la Conservazione della Natura ha inserito lo yartsa nella lista delle specie vulnerabili nel 2020 a causa del deterioramento del suo habitat, del cambiamento climatico e della domanda. L’organizzazione ricorda che la presenza del fungo è diminuita del 30% negli ultimi quindici anni a causa del sovrasfruttamento.

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