Queste piccole vescicole rilasciate dalle cellule contengono proteine, lipidi e acidi nucleici utili a rigenerare la pelle (El Pais)

La nostra pelle è progettata per autoguarirsi, ma proprio come a volte un caffè forte può aiutare a darci una carica, in alcuni casi anche l’organo più grande del corpo umano può beneficiare di un aiuto extra. Ed è qui che entrano in gioco gli esosomi. Nonostante gli esosomi siano stati scoperti 15 anni fa, fino a poco tempo fa erano considerati semplici sottoprodotti dell’attività cellulare. E, anche se nel 2018 è stata dimostrata la loro efficacia nel trattare la dermatite atopica, non è stato fino al 2020 che altri studi hanno mostrato che potevano anche riparare e rigenerare profondamente la pelle dopo trattamenti ablativi con laser, così come essere efficaci in terapie immunomodulatorie. È ora che hanno suscitato l’interesse della comunità scientifica e medica, che prevede che siano il futuro della medicina rigenerativa e non solo nell’ambito estetico, ma anche nella rigenerazione dei tessuti in generale, nuove modalità di applicazione e anche nuove fonti di estrazione.

Essendo potenti rigeneratori dermici, gli esosomi bilanciano e rigenerano la pelle al massimo, migliorando la sua qualità e luminosità, eliminando problemi come rossore, opacità, fotoinvecchiamento, pelle sottile, pori dilatati, sensibilità, ruvidità o secchezza cutanea. Aumentano esponenzialmente il percentuale di fibroblasti, collagene ed elastina, tutti essenziali per il mantenimento di una pelle sana, curata e ringiovanita. Come lo fanno realmente? Fino alla fine dell’anno scorso i medici estetici spiegavano che introducevano nella pelle questi attivi tramite microaghi (come il Dermapen), radiofrequenza frazionata, microplasma frazionato, microneedle, mesoterapia o terapia fotobiodinamica; quest’ultima è l’unica che non utilizza aghi né provoca aggressioni all’epidermide. Tuttavia, dopo mesi di osservazioni su come l’uso degli esosomi venisse protocolizzato come iniettabili, lo scorso novembre la SEME (Sociedad Española de Medicina Estética) ha detto che questi possono essere applicati solo topicamente, senza l’aiuto di utensili o apparecchiature in grado di raggiungere il derma.

Ciò che è possibile iniettare sono gli esosomi autologhi; cioè, quelli ottenuti dalle nostre stesse cellule. La procedura inizia con un prelievo di sangue per ottenere PRP (plasma ricco di piastrine) mediante la tecnica della centrifugazione. Dopodiché si utilizza un dispositivo medico con il quale si ottiene un plasma che verrà successivamente iniettato nel paziente tramite un processo di fototermoregolazione con l’aiuto della luce rossa e blu. In questo modo si alleviano non solo i fastidi come il prurito che solitamente provoca l’infiltrazione di PRP, ma si aumenta anche l’efficienza di questo nuovo. Il vantaggio aggiunto che possiedono questi messaggeri è che sono un trattamento adatto a qualsiasi tipo di pelle, poiché offrono diversi benefici: antiinfiammatorio, utilizzato per trattare dermatiti, acne infiammatoria, follicoliti e dermatite atopica; antiossidante, migliorando le rughe e prevenendo l’invecchiamento. Il risultato dopo il loro utilizzo è una pelle di viso, collo e décolleté rivitalizzata grazie alla riduzione di macchie, rughe e segni dell’acne. Sono trattate anche le zone intime e le cellule dei follicoli piliferi del cuoio capelluto.