(El Pais)Una tecnica innovativa contro il dolore cronico viene testata con ottimi risultati all’Ospedale del Mar di Barcellona
L’Ospedale del Mar di Barcellona sta implementando una tecnica pionieristica per trattare i pazienti con dolore neuropatico resistente ai trattamenti convenzionali. Questo intervento, denominato “chirurgia della sofferenza”, non elimina il dolore, ma ne modifica la percezione, alleviando la sofferenza associata. Uno dei casi più rilevanti è quello di Mireia Lluch, figlia dell’ex ministro della Sanità Ernest Lluch, assassinato dall’ETA nel 2000. Dopo l’assassinio, il dolore cronico che soffriva fin dall’infanzia si intensificò fino a diventare insopportabile. Per anni, nemmeno gli oppioidi più potenti riuscirono ad alleviare la sua sofferenza, portandola a contemplare l’eutanasia come opzione. Tuttavia, la scoperta della chirurgia del cingolo anteriore dorsale, una tecnica di neuromodulazione, ha cambiato la sua prospettiva. Il cingolo anteriore dorsale è una regione del cervello che controlla i recettori legati al dolore e alle emozioni. La chirurgia consiste nel posizionare elettrodi in questa zona per modulare la sua attività, riducendo il carico emotivo del dolore. Secondo i neurochirurghi non si curano né elimina il dolore, ma si fa in modo che il paziente soffra meno.
Lluch si è sottoposta all’intervento lo scorso autunno e ha sperimentato un miglioramento notevole in pochi giorni. Anche se il dolore persisteva, la sua intensità emotiva era diminuita, permettendole di condurre una vita più attiva. Tuttavia, col tempo, questo effetto si è attenuato, generando una combinazione di sollievo e delusione, sebbene rimanga ottimista riguardo ai possibili aggiustamenti del trattamento. La chirurgia della sofferenza è una tecnica con evidenze limitate e viene praticata solo in altri due centri al mondo, a Oxford e Milano. A oggi, circa trenta persone sono state sottoposte a questo intervento a livello globale. Dato il numero limitato di studi conclusivi e la variabilità dei risultati, le linee guida europee raccomandano il suo utilizzo solo come ultima risorsa per pazienti altamente selezionati. Un altro paziente, José Conejero, 37 anni, ha subito una tetraplegia a seguito di un incidente facendo surf in Costa Rica. Sebbene si sia parzialmente ripreso, un dolore neuropatico cronico al piede, conseguenza di una caduta durante la riabilitazione, è diventato la sua principale sofferenza, invariabile anche con i trattamenti oppioidi.
Gli specialisti dell’Ospedale del Mar spiegano che il dolore ha tre componenti: sensitivo, cognitivo e affettivo. Mentre i trattamenti tradizionali si concentrano sul componente sensitivo, questa tecnica affronta gli aspetti cognitivi e affettivi. Prima e dopo l’intervento, i pazienti seguono una terapia di accettazione e impegno, che mira a ridurre il carico emotivo del dolore, aiutandoli a convivere con esso in modo diverso. L’intervento è complesso. I chirurghi utilizzano un robot per posizionare con precisione gli elettrodi nel cingolo, una regione chiave del sistema limbico, che coordina le emozioni. Secondo Villalba, l’obiettivo è che, sebbene l’intensità del dolore non diminuisca, questo influisca meno sulla vita del paziente. I risultati di questa chirurgia sono variabili. Funziona in circa il 60% dei casi, ma nel 40% non si ottiene un miglioramento significativo. La chiave del successo risiede nelle aspettative adeguate e nello sforzo continuo del paziente per mantenere gli obiettivi fissati nella terapia precedente.