Diverse studi evidenziano i vantaggi che l’America Latina potrebbe avere nello sviluppo di energie pulite. Tuttavia, il continente soffre già concretamente degli effetti del cambiamento climatico (Les Echos)
Vaste distese disabitate, deserti a perdita d’occhio, pianure sfidate dal vento… Nel mitico deserto di Atacama, alcuni territori non hanno visto cadere la pioggia da cinquant’anni. Gli abitanti della regione assistono anno dopo anno all’arrivo delle imprese minerarie, attratte dalle grandi riserve di rame del Cile. Da quindici anni, sono i grandi gruppi energetici a convergere, attratti dal vento, dal sole e dalla superficie del territorio. Il tesoro dell’eolico e del fotovoltaico non lascia indifferenti questi gruppi. Per l’America Latina, è solo l’inizio. Secondo uno studio di Global Energy Monitor, il continente potrebbe lanciare più di 319 gigawatt di progetti di energia rinnovabile entro il 2030. In questo lasso di tempo, si prevede una crescita del 400% per le energie pulite, come l’eolico e il solare. Un potenziale immenso, che comincia appena a essere sfruttato. Con i suoi 19,2 milioni di chilometri quadrati, l’America Latina concentra numerosi spazi disabitati. A differenza dell’Europa, che conta 114 abitanti per chilometro quadrato, ne raccoglie solo 23, una differenza sostanziale di cui beneficia il continente.
Nella sua transizione energetica, l’America Latina ha un vantaggio, poiché la sua quota di energie fossili nel mix energetico è inferiore rispetto al resto del mondo. Il carbone rappresenta il 5% del mix energetico primario, mentre costituisce il 25% del mix energetico mondiale. Un altro vantaggio significativo è che l’America Latina ha iniziato molto presto a investire nell’idroelettrico. Sin dagli anni ’50, il Brasile ha installato le sue prime dighe. Settanta anni dopo, ‘il 63% dell’elettricità è fornito dalle centrali idroelettriche sul continente e il Brasile è il secondo produttore mondiale. Ma i limiti geografici all’installazione di queste dighe e le ripetute siccità spingono il Brasile a investire in altre energie pulite, come l’eolico e il solare.
Eolico in Brasile
Il clima degli affari è particolarmente favorevole, soprattutto da quando Lula è tornato al potere. All’inizio del 2023, l’azienda portoghese Edp Renewables ha inaugurato il suo più grande parco eolico: 138 turbine per una capacità di 580 megawatt (MW), sufficienti a coprire i bisogni di 1,5 milioni di persone. Il potenziale attira anche i gruppi francesi. Engie ha installato 434 MW di capacità mentre Edf gestisce due parchi eolici e ne sta costruendo altri due. Serra do Serido sarà il più grande parco eolico del Sud America.
Il Cile, Eldorado del solare
Per il solare, gli sguardi si rivolgono al Cile e al deserto di Atacama con i suoi 104.903 chilometri quadrati di terre aride. Le sue 4.000 ore di sole all’anno non sono sfuggite ai gruppi elettrici francesi. Il Cile è fondamentale, con uno sviluppo delle energie rinnovabili che fornisce eccellenti prestazioni perché le condizioni di sole e vento sono ideali. Il problema principale del Cile però è che la produzione di elettricità solare è lontana dai centri di consumo. La sfida è quindi lavorare sullo stoccaggio nelle batterie o attraverso l’idrogeno, un obiettivo che il governo sembra pronto a raccogliere. Dall’arrivo al potere del presidente Gabriel Boric, i progetti si moltiplicano con un obiettivo ambizioso: figurare tra i primi tre esportatori mondiali di idrogeno e raggiungere il 100% di energia verde entro il 2040.
Costa Rica tutto ok ma il clima…
In Costa Rica, l’obiettivo è già quasi raggiunto. Con i suoi impianti idroelettrici, il paradiso verde dell’America Centrale sfiora il 100% di energia rinnovabile nel suo mix energetico. Una percentuale che rischia di diminuire a causa del clima stesso. Nel 2023, la forte diminuzione dei venti e delle precipitazioni, dovuta al fenomeno meteorologico El Niño, ha costretto le autorità a ricorrere agli idrocarburi nella produzione di elettricità. Questo cambio di rotta è costato quasi 145 milioni di dollari al Paese. Una situazione complicata per le autorità che devono tenere conto di questi imprevisti. Per evitare di dipendere dalle intemperie climatiche, il governo incoraggia ora gli investimenti nel fotovoltaico e nella geotermia.
Freni politici e sociali in Colombia e Perù
Oltre al clima, altri ostacoli sociali o politici devono essere presi in considerazione, in particolare quello dell’inclusione della popolazione. In Colombia, alcuni progetti sono stati rallentati perché le popolazioni locali non sono state consultate e non hanno beneficiato dell’energia prodotta. Il contesto politico in America Latina è spesso instabile: in Perù in particolare ci sono numerosi sconvolgimenti politici. Oltre al rinnovabile, il Sud America dispone sotto i piedi di numerose risorse essenziali per la transizione energetica, come il litio. L’America Latina potrebbe riempire tutti gli anelli della catena: dai metalli alla costruzione di infrastrutture rinnovabili, passando per le batterie e l’idrogeno verde.