Seicento animali la fanno spesso da padrone nella piccola isola (100 abitanti d’inverno) e la Regione ha pensato di cedere le capre gratuitamente agli allevatori siciliani e del continente (Le Monde Magazine)

Scoglio gettato ai piedi dell’Europa, Alicudi è la più lontana e isolata delle isole Eolie. Situata all’estremità dell’arco che forma l’arcipelago a nord della Sicilia, questo vulcano dormiente di una superficie di 5 chilometri quadrati conta cento abitanti tutto l’anno e accoglie in estate centinaia di viaggiatori privilegiati. Le macchine non circolano qui. Ci si sposta a dorso d’asino e i visitatori devono accontentarsi di due ristoranti e di due caffè aperti solo in stagione. D’inverno, gli isolani ne fanno a meno. Alicudi sarebbe quindi il luogo perfetto per vivere una vita tranquilla, lontano dal rumore inquietante del mondo. Ma l’isola italiana ha un problema. O meglio, circa seicento problemi pelosi e con le corna: capre tornate allo stato selvatico che distruggono tutto al loro passaggio.

“Nessuno sa davvero come tutto sia iniziato”, ammette Riccardo Gullo, il sindaco del comune di Lipari, il cui territorio comprende sei delle isole Eolie, inclusa Alicudi. Una leggenda isolana racconta che sei animali siano scappati da un allevamento all’inizio degli anni 2000, dando origine a generazioni di capre e caproni liberi fino a raggiungere il rapporto di sei caprini per abitante. “È successo molte volte che le capre entrassero nei giardini, distruggessero gli alberi da frutto, facessero i loro bisogni nei serbatoi d’acqua che alimentano alcune abitazioni dell’isola”, dice Michaela Rasp, albergatrice residente ad Alicudi da 34 anni. Danneggiano anche i muri a secco, testimonianza di una vita contadina, cari agli abitanti e iscritti nel Patrimonio Immateriale dell’Unesco.

A marzo, la regione Sicilia ha finalmente affrontato il problema, sollevato da tempo dagli abitanti della lontana Alicudi. L’idea è originale. Si tratta di cedere le capre gratuitamente agli allevatori delle grandi isole o del continente. I candidati all’adozione devono segnalarsi alle autorità siciliane e coprire solo il costo del trasporto degli animali. Sembra la soluzione migliore, bisogna riutilizzare piuttosto che abbattere gli animali. Il successo è stato immediato e le richieste hanno superato il numero di capre dell’isola. Gli abitanti avevano sperato che la questione sarebbe stata risolta prima dell’inizio della stagione turistica 2024. Dovranno aspettare. Infatti prima bisognerebbe prima riuscire a catturarle. C’è una difficoltà oggettiva legata alla topografia dell’isola. Alcuni rilievi sono inaccessibili agli esseri umani, ma gli animali possono rifugiarvisi facilmente se si sentono in pericolo. I caproni possono pesare 120 chili e avere corna lunghe fino a 50 centimetri. In attesa che le autorità affrontino la sfida e nonostante Alicudi sia una riserva naturale protetta, alcuni hanno già trovato una soluzione più sbrigativa: sulle tavole dell’isola, spesso capita che la carne di capra sia presente nel menù.

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