Usi e abusi degli integratori alimentari: utili o pericolosi?

(Abc) L’industria degli integratori alimentari è in rapida ascesa, alimentata da promesse di salute, energia e benessere, e trova sempre più spazio nelle abitudini quotidiane.

L’ascesa degli integratori alimentari appare consolidata anche grazie a messaggi pubblicitari che invitano a migliorare il sistema immunitario o ridurre la stanchezza. Tuttavia, gli esperti mettono in guardia: nonostante la vastità dell’offerta, solo pochi integratori hanno dimostrato efficacia scientificamente verificata, e alcuni potrebbero addirittura risultare dannosi se utilizzati senza controllo. Nel mercato europeo, il settore degli integratori ha registrato una crescita significativa, con un valore di 12 miliardi di euro nel biennio 2018-2019 e una proiezione tra i 18 e i 45 miliardi entro il 2026. La varietà di questi prodotti è vasta e va dai comuni probiotici e vitamine agli integratori per lo sport e la perdita di peso. Magnesio, omega-3 e vitamina D sono tra i più popolari, seguiti da probiotici e integratori per atleti. Tuttavia, la maggior parte delle persone li consuma senza una reale necessità o prescrizione medica.

I rischi di un consumo non controllato

Uno degli aspetti critici, secondo gli esperti, è proprio il consumo senza controllo medico, che può risultare nocivo. Molti prodotti possono contenere sostanze non dichiarate, specie quelli destinati agli atleti e alla perdita di peso, aumentando il rischio di effetti collaterali. I consumatori di integratori sono spesso giovani che li assumono senza supervisione, cercando scorciatoie per migliorare le prestazioni o la forma fisica. Gli effetti negativi includono disturbi digestivi, alterazioni del microbiota intestinale, aumento delle intolleranze alimentari e oscillazioni di peso. Alcuni studi hanno anche collegato gli antiossidanti in dosi elevate con un aumento del rischio di mortalità. Negli Stati Uniti si stimano circa 23.000 visite annue al pronto soccorso a causa di eventi avversi legati agli integratori, soprattutto tra i giovani che utilizzano prodotti per aumentare l’energia o favorire la perdita di peso.

Quando gli integratori sono davvero necessari

Nonostante il consumo elevato, solo in pochi casi gli integratori si rivelano essenziali e giustificati. Ad esempio, negli anziani o in persone con specifiche patologie, come problemi di deglutizione o condizioni oncologiche che impediscono un’alimentazione corretta. Con l’età, i bisogni nutrizionali aumentano, mentre la capacità di assorbire nutrienti come la vitamina B12, il calcio e la vitamina D diminuisce. Uno studio del 2019 ha rivelato che gli adulti over 50 con scarso consumo di pesce grasso beneficiano dall’assunzione di omega-3, con una riduzione del rischio cardiovascolare. Anche la vitamina D risulta utile per prevenire malattie autoimmuni. Tuttavia, i nutrizionisti ribadiscono che l’integrazione dovrebbe essere considerata solo in caso di deficit accertati da analisi mediche.

I falsi miti sui principali integratori

Magnesio: È molto ricercato per combattere stanchezza e dolori muscolari, ma spesso è superfluo per chi non ha carenze. Si raccomanda di assumerlo tramite alimenti naturali come legumi e cereali integrali.

Creatina: Popolare tra gli atleti, è utile in alcuni casi specifici per migliorare le prestazioni in attività ad alta intensità, ma il suo effetto è limitato se non si segue uno stile di vita disciplinato.

Collagene: Comunemente assunto per migliorare la pelle e i muscoli, il collagene non è considerato particolarmente efficace. I benefici possono essere ottenuti da fonti proteiche naturali come carne e pesce.

Vitamina D: Essenziale per la salute delle ossa e il sistema immunitario, ma dovrebbe essere integrata solo in caso di carenza, preferendo l’esposizione solare quotidiana e il consumo di pesce grasso.

Pappa reale e propoli: Spesso presentati come energizzanti naturali, non hanno dimostrato prove scientifiche sufficienti per giustificarne l’uso.

Probiotici: Nonostante i benefici in alcune patologie come la diarrea da antibiotici, la loro efficacia è limitata in altre condizioni. Un consumo eccessivo potrebbe alterare il microbiota intestinale.