Néocafés: saranno la morte dei bistrot?

(Le Monde) Il successo dei “néocafés” sta trasformando le abitudini di consumo delle bevande calde, con il passaggio dal tradizionale espresso dei bistrot a una nuova generazione di coffee shop.

Il fenomeno dei neocaffè rappresenta una trasformazione nelle abitudini francesi, con un pubblico sempre più attratto da locali che offrono non solo caffè di qualità, ma un’esperienza culturale e sensoriale. La Francia sta assistendo a una rivoluzione che segna la fine dell’era del semplice espresso, sostituito da un rituale contemporaneo che fonde tradizione e modernità, rispettando la qualità della materia prima e un’attenzione costante al dettaglio. In questo scenario, i classici bistrot francesi, con i loro caratteristici banconi in zinco, sono sempre più affiancati, e in alcuni casi eclissati, da locali moderni che attirano un pubblico giovane e internazionale, desideroso di un’esperienza caffetteria che unisca qualità, estetica e innovazione. Uno dei marchi simbolo di questa tendenza è la catena giapponese % Arabica, fondata nel 2014 a Kyoto da Kenneth Shoji, che sta espandendo la propria presenza in Francia, con tre nuove aperture a Parigi previste entro l’estate. Questa espansione segna un ritorno per % Arabica, che aveva inaugurato il suo primo locale nella capitale francese nel 2019, riscuotendo subito successo. Il marchio si colloca nella cosiddetta “terza ondata” di caffetterie, movimento che si distingue per l’attenzione alla qualità del prodotto, alla sostenibilità e all’esperienza complessiva del cliente.

Grande estetica dei dettagli

Nei locali di “% Arabica” ogni elemento contribuisce a creare un’atmosfera unica: interni minimalisti, illuminazione a forma di caffettiere, finiture in legno chiaro e una selezione di caffè di altissima qualità, preparati da baristi altamente qualificati. Questa estetica e cura dei dettagli riflettono il perfezionismo del fondatore Shoji. Il menu di % Arabica, ad esempio, propone una selezione di caffè e bevande al matcha, con prezzi che si aggirano intorno ai sei euro, oltre a una varietà di panini e pasticcini. Si tratta di un’offerta che richiama non solo i residenti francesi, ma anche un pubblico internazionale di visitatori e turisti amanti del caffè. La tendenza dei neocaffè si estende anche al di fuori della capitale, in città come Lione, dove locali come Vélcroc, un ex strip club ora riconvertito in coffee shop e officina per biciclette, sono già diventati punti di riferimento. Lione vanta inoltre una fiorente scena di piccole torrefazioni, con marchi come Café Mokxa, Loutsa e Bongoo, mentre nuovi coffee shop come Tonka, Perko Café e Slake Coffee House attirano una clientela variegata, che ama frequentare questi ambienti moderni e accoglienti. Anche altre città francesi stanno vivendo una trasformazione simile, con un aumento di spazi dedicati al caffè artigianale e al design ricercato.

I bistrot sono Patrimonio dell’Unesco

La crescita di queste caffetterie si inserisce in un momento storico particolare: nel 2010 i bistrot francesi sono stati riconosciuti come Patrimonio Culturale Immateriale dall’Unesco, grazie al loro ruolo nella vita sociale e culturale del Paese. Tuttavia, i neocaffè non rappresentano solo una minaccia per i tradizionali bar di quartiere, ma piuttosto un’evoluzione delle abitudini di consumo che rispecchia il cambiamento della società e delle preferenze dei giovani consumatori. In questo senso, i neocaffè stanno aprendo la strada a nuovi luoghi di socializzazione che integrano l’arte del caffè con una dimensione estetica e moderna.