(The Observer) Si chiama Ballrace il gioco delle palline che rispondono alla legge fisica per cui a ogni azione fa seguito una reazione uguale e contraria. E ha una grande storia
La vera storia delle palline giocattolo che da 50 anni hanno messo la legge di Newton su ogni scrivania. Sir Isaac Newton era un genio della scienza, ma per molti britannici di una certa età è anche ricordato con affetto per aver prestato il suo nome a un classico giocattolo che tiene conto della sua teoria secondo la quale per ogni azione c’è una reazione uguale e contraria dimostrando perfettamente la conservazione dell’energia e della quantità di moto. Ogni palla è attaccata ai lati opposti del telaio tramite corde di uguale lunghezza. Si tira indietro e si rilascia una delle palle lasciandola oscillare indietro, creando una forza che si propaga attraverso le altre palle e creando un movimento ipnotico. Il gioco di Newton delle cinque sfere in acciaio divenne un accessorio indispensabile negli uffici e nelle case, inaugurando una moda per i giochi cinetici e i puzzle magnetici.
Un libro, “Loncraine Broxton: Innovations & Executive Toys 1969-1997”, racconta la storia dell’eccentrica azienda britannica che ha creato questi giocattoli. La società di design è nata da un’idea di due diplomati della scuola d’arte degli anni ’60, Richard Loncraine e Peter Broxton. I loro prodotti sono stati venduti nei negozi del designer Terence Conran a Londra, presentati in film iconici dell’epoca come “Sunday Bloody Sunday”, con Glenda Jackson e Murray Head, e dati ai passeggeri del Concorde per aiutare a passare il tempo.
Fu l’attore e doppiatore britannico Simon Prebble che per primo coniò il nome Newton cradle e cercò di vendere una versione commerciale con cornice in legno nel 1967. Ma è stato il design di Loncraine Broxton chiamato Ballrace che nel 1967 è diventato un bestseller da 5 sterline, un elegante ornamento ispirato a un tavolino in metallo cromato dell’architetto ungherese Marcel Breuer. Il Ballrace fu venduto in una scatola di acetato trasparente con la terza legge di Newton stampata in quattro lingue diverse nel carattere Helvetica, un carattere tipografico che stava rapidamente diventando associato alla pubblicità.