(The Telegraph) Anche l’Italia è all’avanguardia nella produzione di questo strano vino prodotto dalla fermentazione delle uve bianche insieme alle bucce. E piace
Il libro illustrato “Brilliant Maps in the Wild: A Nature Atlas for Curious Minds” esplora una varietà di argomenti intriganti attraverso mappe, come i “punti caldi nella crosta terrestre che potrebbero aiutare a fornire energia al mondo” e i luoghi “dove bovini, pecore o maiali superano il numero di persone”. Seguendo questa ispirazione, sarebbe interessante vedere una mappa che mostri gli habitat dei bevitori di vino arancione, un vino che sta diventando una grande tendenza globale. Il vino arancione viene prodotto attraverso la fermentazione delle uve bianche insieme alle bucce, un metodo che dona al vino il caratteristico colore arancione o ambrato e una struttura tannica più complessa, simile a quella dei vini rossi, una tecnica che ha le sue radici in Georgia, Slovenia e nel nord Italia. Questo vino ha poi guadagnato popolarità nei bar di vino naturale di quartieri alla moda soprattutto a Londra e negli Stati Uniti. Ma anche in Italia, il vino arancione ha visto un aumento della popolarità, specialmente tra i produttori di vino naturale che utilizzano metodi tradizionali e interventi minimi in cantina. Anche se non è ancora così diffuso come in altre parti d’Europa l’Italia è uno dei paesi chiave in questa rinascita del vino arancione.
Anche il mercato di massa ha abbracciato il vino arancione. Non solo molti supermercati offrono diverse varietà di questo vino, ma la catena Aldi ha proposto un rosorange, un ibrido tra rosé e arancione, come parte della sua gamma estiva, e ha registrato un successo enorme. Ocado, un supermercato online, ha riportato un aumento delle vendite di vino arancione del 99% rispetto all’anno precedente. Anche Majestic, una catena britannica di negozi di vino, ha raddoppiato la sua offerta, passando da due a quattro varianti di vino arancione.
Il vino arancione, tuttavia, non è amato da tutti e spesso divide i pareri. Un aspetto che il vino arancione riesce a unificare, nonostante le differenze di gusto, è l’abbinamento con i formaggi. Questo vino, noto tanto per la sua texture quanto per il suo sapore, grazie ai tannini delle bucce, si presta molto bene anche ad accompagnare piatti a base di cibi vegetali, in particolare noodles piccanti, insalate agrodolci e piatti con condimenti in stile asiatico. Tuttavia uno dei vantaggi principali del vino arancione è la sua versatilità con i formaggi, che possono essere difficili da abbinare ad altri vini. Italia si produce vino arancione, in particolare nelle regioni del nord-est. Il vino arancione, conosciuto anche come orange wine o vino macerato,
Le regioni italiane più note per la produzione di vino arancione includono:
Friuli Venezia Giulia: questa regione è uno dei centri più importanti per la produzione di vino arancione in Italia. Qui, vignaioli come Josko Gravner e Radikon sono diventati pionieri nella riscoperta e nella valorizzazione di tecniche tradizionali di vinificazione con lunghe macerazioni sulle bucce. Gravner, in particolare, ha adottato tecniche di vinificazione georgiane, utilizzando qvevri (anfore di terracotta interrate) per la fermentazione e l’invecchiamento del vino.
Veneto: nella zona dei Colli Orientali e del Collio Goriziano si producono vini arancioni, spesso con vitigni autoctoni come la Ribolla Gialla e la Malvasia Istriana. Anche qui vengono impiegati metodi di vinificazione naturali e macerazioni prolungate sulle bucce.
Sicilia: qui la tradizione dei vini macerati ha preso piede più recentemente, ma sta rapidamente guadagnando attenzione. Produttori come Cos e Arianna Occhipinti sono noti per l’uso di tecniche tradizionali e naturali nella produzione di vini arancioni, spesso utilizzando vitigni autoctoni siciliani come il Grecanico Dorato e il Grillo.
Toscana e Marche: anche in queste regioni alcuni produttori stanno sperimentando la produzione di vini arancioni, utilizzando varietà come la Vernaccia o il Verdicchio, applicando tecniche di vinificazione naturale.