Necrologi del “Times” in podcast

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(Times) Il giornale ha pubblicato storie di vita di grandi e sconosciuti per oltre 170 anni. Ora il necrologio diventa anche un podcast settimanale

Cosa ci ha lasciato il tempo dei Vittoriani? Oltre alle cose familiari come l’invenzione del telefono, la teoria dell’evoluzione e l’espansione delle ferrovie, c’è stata anche la creazione del necrologio come genere giornalistico. Sollecitato dall’ossessione vittoriana per il “memento mori” e da un nuovo appetito per la biografia, il “Times” iniziò a pubblicare necrologi a metà del XIX secolo. Molto prima di questo, fin dalla sua fondazione nel 1785, il giornale aveva registrato le morti di pubblico interesse, ma sotto forma di brevi annunci o avvisi. Questi gradualmente si trasformarono in brevi biografie accuratamente ricercate per soddisfare le richieste del pubblico, che era affascinato dalle notizie della scomparsa di una figura prominente, in particolare di quelle di rilievo sulla scena mondiale. John Thadeus Delane, direttore del Times dal 1841 al 1877, capì che le morti di alto profilo erano notizie che avrebbero dominato l’agenda dei media, non solo per la loro importanza storica. La morte del Duca di Wellington, disse, sarà “l’unico argomento”. E così fu. Il necrologio pesava ben 30.674 parole, il secondo più lungo della storia. (Il più lungo? Il “Times” scrisse 49.741 parole per la Regina Vittoria).

Ora, per la prima volta nella storia del giornale, i necrologi saranno disponibili in formato audio in un nuovo podcast settimanale che verrà lanciato martedì. “Your History” si concentrerà su due necrologi pubblicati ogni settimana, tipicamente uno di una figura nota e uno di una persona meno conosciuta, ma non meno degna di riconoscimento. Tra i commenti del presentatore, verranno incluse versioni ridotte dei necrologi, letti ad alta voce in stile audiolibro, per dare vita alla parola scritta. Ci saranno anche speciali d’archivio che guarderanno al passato più remoto, ma l’obiettivo principale di ogni episodio rimarrà lo stesso: spiegare perché le vite di questi individui fanno parte della nostra storia collettiva.

Come le pagine dei necrologi stesse, il cast sarà variegato: dai politici alle rock star, dagli scienziati ai soldati, dagli attori agli atleti e dagli autori agli arcivescovi. Tutta la vita umana sarà rappresentata, e in queste storie si troveranno racconti di genialità, innovazione, avversità, eccentricità e persino a volte malvagità. Tutte queste vite avranno lasciato un segno indelebile nel mondo. Il titolo del podcast è ispirato da Nelson Mandela, che una volta disse, con la sua tipica perspicacia: “Non puoi essere davvero orgoglioso di te stesso se non conosci la tua storia”. Mandela, ovviamente, rifletteva sulla lotta per porre fine all’apartheid, un capitolo decisivo della storia moderna. Sapeva che l’unico modo per valutare il presente era comprendere il passato.