(Le Figaro) Sta riscuotendo successo la disciplina sportiva che mette di fronte due contendenti che alternano round di pugilato a gare “rapide” alla scacchiera
Il grande fumettista Enki Bilal ha creato il chess boxing che per qualcuno è un “ossimoro sportivo”, l’accostamento di due discipline all’apparenza distanti anni luce fra loro. Gli scacchi e la boxe, in qualsiasi ordine si prendano, a una prima occhiata molto superficiale sembrano così: due galassie sperdute in cui su una serve il cervello, mentre sull’altra contano i muscoli. Ma usarli entrambi in modo massiccio, finora non era richiesto. Invece è stato proprio il metterli insieme, costringendoli ad un matrimonio che sulla carta sembrava impossibile, a dare i contorni a una disciplina nuova, curiosa, spettacolare e unica. Per la prima volta nella storia degli sport, a due atleti pronti a sfidarsi è chiesto di mettere in difficoltà l’avversario prima con le mani e subito dopo con la mente. Sembra un’impresa facile, ma non lo è affatto: l’adrenalina della boxe, sport per eccellenza fatto di contatto fisico e forza, e subito dopo la capacità di trovare la concentrazione di fronte ad una scacchiera, nel più antico e diabolico gioco di strategia mai ideato dall’uomo. Il risultato è l’esatto punto di incontro di due forze, entrambe fondamentali sul ring come nella vita: quella che deriva dall’esercizio e l’altra, quella affinata dall’allenamento altrettanto costante della materia grigia.
I due sfidanti si affrontano sulla distanza di un massimo di undici riprese, in cui vengono alternati un round di scacchi e uno di pugilato, iniziando con un round di scacchi della durata di quattro minuti, seguito da uno di pugilato della durata di tre minuti fino all’undicesimo e conclusivo switch. Tra un round e l’altro c’è un minuto di pausa, per consentire ai contendenti di cambiarsi, di curare eventuali ferite, concentrarsi e indossare/sfilare guantoni e paradenti e, se ci si riesce, riposare un secondo la propria mente. La variante di scacchi utilizzata per gli incontri è un gioco rapido, visto che per fare una mossa si hanno soltanto dieci secondi di tempo, superati i quali si può essere ammoniti dall’arbitro (e più ammonizioni possono portare alla sconfitta). L’incontro, che dura in media 45 min, può terminare per K.O. se uno dei due stende con un gran gancio l’altro, per scacco matto nei round di scacchi, per decisione del giudice che rileva alcune scorrettezze, che siano esse nel pugilato o negli scacchi, oppure per esaurimento dei venti minuti a disposizione da parte di uno dei due contendenti.
Bilal per il suo lavoro “Froid équateur”, aveva bisogno di creare uno sport che fosse l’eccellenza stessa, una disciplina suprema capace di rappresentare sia la potenza che la bellezza dell’essere umano. Molto naturalmente, ha unito scacchi e boxe. Qualche anno dopo, nel 2003, un artista olandese, Iepe Rubingh, stava creando la Federazione internazionale di chess boxing. È stata una formidabile avventura. Si sono create federazioni in tutto il mondo, in India, negli Stati Uniti, Russia, Inghilterra, Turchia, Iran, Germania, Italia e Francia.