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Senza ricovero e con anestesia locale, la tecnica Mia sta rivoluzionando il mondo della chirurgia estetica. Tuttavia, solo poche candidate potranno beneficiarne (Paris Match)

I vari scandali legati alle protesi mammarie non hanno scoraggiato le francesi che sognando un décolleté più seducente optano per un intervento chirurgico. Nel 2019, sono state 54.000 a farlo. E, dall’estate scorsa, è disponibile una soluzione semplificata per casi meno complessi: protesi inserite in quindici minuti, sotto anestesia locale. Questo potrebbe eccitare particolarmente le più giovani, già impegnate a prepararsi per l’estate 2024. Allora, è solo un gadget questa tecnica? “Un certo numero di pazienti sono scoraggiate dall’anestesia generale,” spiega il dottor Benjamin Sarfati, chirurgo plastico: “È quindi una nuova opzione che possiamo offrire. Tuttavia, ci sono requisiti molto specifici da soddisfare per poterne beneficiare”.

La tecnica Mia, sviluppata da Establishment Labs del Costa Rica, offre una soluzione “chiavi in mano” per lievi aumenti del seno – da una taglia e mezza in più, indipendentemente dal volume iniziale dei seni – o per rivitalizzare un décolleté che si è rilassato dopo una gravidanza. I seni devono comunque essere tonici (la ptosi è una controindicazione), avere un volume adeguato per coprire completamente gli impianti, che saranno posizionati dietro la ghiandola mammaria (e non dietro il muscolo pettorale, come di solito). Altre condizioni includono l’assenza di asimmetria del seno e il fatto di non aver già subito un aumento mammario. Infine, la paziente deve accettare una cicatrice nascosta nel solco dell’ascella, visibile sollevando le braccia. Le protesi utilizzate, di ultima generazione, sono preriempite di un gel di silicone estremamente flessibile e hanno una forma biconvessa inedita, mentre gli impianti tradizionali sono convessi con una base piatta. La novità del metodo sta nell’inserimento attraverso un’incisione di 2,5 centimetri sotto le braccia (contro i 4,5 abituali), sotto anestesia locale con sedazione. Vengono introdotte grazie a due sistemi innovativi: prima un palloncino di espansione che crea uno spazio tra il muscolo pettorale e la ghiandola mammaria per inserire la protesi, senza necessità di dissezione. Poi, un iniettore che spinge la protesi dall’ascella fino alla sua sede, attraversando un sottile tubo. Questa procedura dura meno di quindici minuti. Dopo, basta suturare, e la paziente può tornare a casa dopo un’ora di osservazione.

Le conseguenze sono descritte come poco dolorose. La pelle può mostrare alcuni lividi. E la paziente, se non svolge un’attività fisica intensa, può riprendere il lavoro il giorno successivo! Il costo? 9.000 euro contro 6.500 euro per l’intervento classico. Cosa ne pensano i chirurghi che non praticano ancora il metodo? “Questa tecnica è innovativa e farà certamente progressi nella chirurgia mammaria,” afferma il Dr. Richard Abs, presidente onorario del Sindacato nazionale di chirurgia plastica ricostruttiva ed estetica. Tuttavia, le pazienti potrebbero essere deluse, poiché in realtà poche potranno beneficiare di questa soluzione, e non ci sono ancora esperienze su queste protesi biconvesse, originariamente progettate per l’aumento dei glutei. Stessa riserva per il dottor Krishna Clough, oncologo e plastico, vicepresidente della Società francese di senologia e patologia mammaria, che non prevede di adottare questa metodologia senza prima averla valutata attentamente.

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