Catturare la nebbia per irrigare

Un progetto di collettori riesce a raccogliere fino a 250 litri per metro quadrato in un mese nei siti più remoti della Spagna (Abc)

La nebbia non nasconde alcun mistero per Gustavo Viera Ruiz e Vicenç Carabassa. Quattro anni di ricerca tra le Isole Canarie, la Catalogna e il Portogallo li hanno guidati verso il sistema più efficiente per estrarre tutte le possibili goccioline sospese dalla nebbia: circa 100 litri per metro quadrato in media al mese, anche se con le giuste condizioni può arrivare fino a 250. Per un albero, in tempi di siccità questa irrigazione può essere la differenza tra resistere o perire. L’idea di catturare l’acqua dalla nebbia era già presente in Mesopotamia, anche se non è stato fino al secolo scorso che il sistema è stato perfezionato. Sono stati i cileni, che hanno sviluppato alcuni raccoglitori – una rete con due pali – per recuperare quanta più umidità possibile nel nord del deserto cileno.

La situazione nelle isole Canarie e nell’area mediterranea, dove la siccità è ciclica e ha periodi di carestia sempre più intensi, ha riportato indietro l’idea. Il progetto Life Mists, iniziato nel 2020, ha lo scopo di aiutare a invertire la deforestazione e la desertificazione con il supporto di queste piccole goccioline sospese, migliorando la loro raccolta. Il risultato è stato la creazione di tre nuovi collettori più efficienti ed economici che consentono la loro installazione nei luoghi più remoti e accidentati senza quasi bisogno di manutenzione.

Tuttavia, devono essere soddisfatte due condizioni fondamentali: nebbia e vento. Il vento è l’elemento che spinge i microdroplet sospesi verso la loro “trappola”. Ecco perché le isole Canarie erano il luogo ideale, dove le nebbie orografiche e il vento sono abbondanti, ma anche altre aree non sono fuori questione. In Catalogna, l’altopiano centrale, la catena montuosa costiera e i PrePirenei sono già in fase di studio. Il collettore più innovativo è il cosiddetto “collettore dell’ago”. Questo modello è ispirato alle foglie dei pini delle Canarie, che sono stati progettati dalla natura per ottimizzare la caccia alle gocce di nebbia. Nel sistema creato nel programma Life, gli aghi sono metallici, posizionati come se fossero lunghi pettini, che sono distribuiti in file parallele su un vassoio in cui l’acqua sta cadendo. La fantasia è infinita: alcune persone usano i collettori per fare bevande “gourmet”: l’acqua Nieblagua o la birra Seaclouds, prodotte con l’acqua delle nuvole atlantiche catturate sulle alture delle isole Canarie.