Digiuno intermittente: luci e ombre

Nel suo nuovo libro, il medico Frédéric Saldmann elogia i benefici di non alimentarsi fino a sedici ore consecutive, nonostante il limitato numero di dati scientifici disponibili sull’argomento (Aujourd’hui)

Il digiuno intermittente o sequenziale può assumere diverse forme: non mangiare per quattordici, o addirittura sedici ore al giorno – più spesso, saltare la colazione – o per due giorni a settimana. Allora, è davvero benefico, o semplice illusione che non si basa su nulla? Facciamo il punto, in quattro domande.

Fa perdere peso?

Se i due pasti mantenuti in ventiquattro ore rimangono gli stessi durante un digiuno intermittente, l’apporto calorico su un’intera giornata è minore. Di conseguenza, è logico perdere peso… a condizione di non “ingrandire” il pranzo e la cena per compensare la colazione. Ma nella letteratura scientifica, nulla permette di dire che questo tipo di digiuno sia più efficace nel limitare l’apporto calorico in un altro modo. Non c’è superiorità rispetto ad altri tipi di dieta, e soprattutto una dieta da sola non è mai una soluzione duratura ai problemi di peso: il digiuno sequenziale non è fatto per dimagrire, è un effetto secondario.

Permette di vivere più a lungo?

Il digiuno, in tutte le sue forme, sembra il nuovo talismano contro l’invecchiamento della mente e del corpo. Alcuni studi suggeriscono infatti che astenersi dal mangiare in certi momenti allunga la speranza di vita… ma soprattutto negli animali, in particolare nei topi. Non c’è nulla, nell’uomo, che permetta di affermare un effetto sulla speranza di vita e sulla mortalità, e ancora meno di quantificarlo. I ritmi alimentari sono importanti? Sì. Ma estendere questo alla longevità non è oggetto di consenso. Più in generale, un certo numero di persone che promuovono il digiuno affermano che è buono per la salute, ma non disponiamo di studi scientificamente molto solidi che lo dimostrerebbero nell’uomo. Su questo argomento, ci sono soprattutto molte credenze e poche prove scientifiche.

Riduce il rischio di malattie?

Non mangiare per sedici ore potenzia l’immunità eliminando dal corpo virus e altre cellule cancerogene prodotte ogni giorno. Meglio, il digiuno sequenziale aumenta la capacità di autofagia (processo di rinnovamento delle nostre cellule. Così, ridurrebbe il rischio di alcune malattie. Ma sembra anche un discorso commerciale su cui non ci sono prove scientifiche a questo stadio. Inoltre, l’immunità è qualcosa di molto complicato, con moltissimi fattori che entrano in gioco. Un certo numero di studi esplorativi sugli animali indica che il digiuno intermittente potrebbe effettivamente ridurre l’infiammazione cronica in cui il sistema immunitario si guasta e possono apparire malattie. Ma si pensa che sia il tipo di alimenti consumati a giocare un ruolo più importante del ritmo alimentare, perché i prodotti grassi e zuccherati sono noti per indurre infiammazione cronica.

Porta a una diminuzione delle capacità cognitive?

Non c’è alcuna ragione di pensare che privare il cervello di zucchero possa avere la minima conseguenza cognitiva negativa, perché il corpo ha molta flessibilità e normalmente si èpiuttosto sovralimentati. Tuttavia, può apparire della stanchezza, soprattutto quando ci si priva di mangiare per lungo tempo.