In Argentina l’inflazione spinge le cryptomonete

A causa dell’inflazione, gli argentini sono quelli che acquistano più cryptomonete. Il 60% delle transazioni viene effettuato con queste valute digitali che sono legate al dollaro, all’oro e anche ad altri asset meno volatili rispetto al bitcoin (Clarin)

L’aumento dell’inflazione e l’incertezza valutaria fanno sì che in Argentina coloro che investono in criptovalute diano priorità alla copertura del proprio capitale, prima dei potenziali profitti delle attività crittografiche e si rivolgano a “valute stabili” o al noto “cripto-dollaro”. A differenza di quanto accade in altri Paesi, dove bitcoin è la valuta più scelta dagli utenti gli argentini preferiscono il cripto-dollaro (il Bitso). In Argentina, gli acquisti di bitcoin raggiungono a malapena il 13% delle transazioni; mentre il 60% sono valute stabili. Questo perché alti tassi di inflazione creano un incentivo per i consumatori a cercare opzioni sicure e veloci per proteggersi dalla svalutazione e così l’Argentina è l’unico Paese in cui Bitso opera in cui l’acquisto di cripto-dollari è quasi cinque volte quello di bitcoin.

La ricerca di “copertura” degli argentini si riflette in altri comportamenti: è stato notato che nella prima settimana del mese c’è il 10% in più di volume medio scambiato, con il dollaro digitale sempre al primo posto. Questo comportamento coincide con la riscossione dello stipendio.

Una ricerca identifica anche il profilo dell’utente in America Latina. Per quanto riguarda il genere, nella seconda metà dell’anno è stata osservata una crescita anno su anno di 3 punti percentuali di donne che gestivano cripto. Tuttavia, la loro partecipazione è ancora inferiore a quella degli uomini, raggiungendo solo il 27% del totale degli utenti nella regione.