“Delulu is the solulu” per cercare la felicità

Una filosofia di vita abbracciata dalla Generazione Z per sfuggire alla realtà: l’autoinganno. Così si sentono meglio se sognano l’impossibile (La Vanguardia)

“Delulu is the solulu”. Non è una lingua nuova. È la frase ripetuta su Tiktok (più di 5.000 milioni di volte) tra i giovani della Generazione Z, nati tra il 1995 e il 2000. Il “Delulu is the solulu” è già diventato una filosofia di vita, un mantra che viene abbracciato da quei giovani che non hanno vita facile nel mondo che hanno dovuto vivere, come via di fuga per fuggire dalla realtà e acquisire fiducia in se stessi. Tutto per sentirsi meglio con se stessi e fuggire di giorno in giorno una realtà a cui non vedono futuro.

Come si fa? Supponendo in quel mondo virtuale che in questa vita nulla è impossibile. Tutto può essere raggiunto. Sapendo, per la maggior parte, che nulla è vero. Sognare è gratis. La traduzione coniata della frase dice tutto. Il termine Delulu deriva dall’inglese delirante, e potrebbe essere definito come: “l’autoinganno è la soluzione”. C’è qualcosa di cui preoccuparsi? Se tutto è lasciato a immaginare o sognare cose impossibili per essere più felici, non ci sarebbe alcun problema. Se si crede a quel mantra però le cose cambiano. Poi il colpo emotivo può essere molto doloroso, quando quei giovani tornano alla realtà e si rendono conto che questo universo di Tiktok è un’invenzione e non sempre ottieni tutto ciò che vuoi.

Per capire meglio l’origine del termine e la tendenza dobbiamo tornare al 2014. La parola delulu è nata per riferirsi ai fan K-pop coreani. Adolescenti che erano convinti-deliranti che avrebbero finito per avere un rapporto intimo con le stelle della musica. Qualcosa, a priori, irraggiungibile e quei giovani erano felici solo di immaginare che questo sogno potesse essere realizzato. Ora i Delulu hanno ampliato il loro raggio d’azione. Si cerca di essere felici immaginando che uno può essere qualsiasi cosa si propone in tutti i settori della vita. E questo è ciò che questi giovani manifestano nutrendosi l’un l’altro nei loro post su Tiktok. È come un colpo di autostima: credono che l’autoinganno sia la soluzione per raggiungere il successo, la fortuna o anche l’amore che verrà per magia; che tutto ciò accadrà solo credendo che sia possibile. Solo immaginando sono già più felici. Tuttavia non tutto è così facile e che il solo volere non è sufficiente per ottenere quello che si vuole, poiché ci sono fattori come fattori contestuali, sociali o interpersonali che, molte volte, non dipendono dalla nostra volontà.

L’approccio è abbastanza ingenuo per quegli utenti adulti che non si sentono identificati con esso, almeno non in modo maggioritario. Sicuramente, l’esperienza finisce per diventare il miglior antidoto contro questo tipo di pensiero magico. E il fatto che si concentri su Tiktok è dovuto al profilo della maggiore età su questa rete e al fatto che, in qualche modo, conserva ancora parte dell’umore innocuo e irrilevante che lo ha caratterizzato nelle sue origini. I video e i messaggi pubblicati con il tag “delulu is salulu” sono accompagnati da frasi come: “Se non ti piace la tua vita, cambiala, Se il tuo ex non ti ama più, ti amerà di nuovo, Non ti piace la tua immagine, pensa che tu sia qualcun altro”.

Il fenomeno “delulu” ha due caratteristiche rilevanti. La prima è che costituisce una metafora ironica del funzionamento dei social network, che mostrano un mondo irreale, idealizzato e idilliaco, perché in essi tendiamo a mostrare solo il lato più gentile e di maggior successo della nostra esistenza. La seconda caratteristica è che mostra che i più giovani non amano il mondo frustrante che abbiamo lasciato loro così tanto – non sarebbero senza ragione – che hanno bisogno di rifugiarsi in una realtà alternativa in cui tutto è possibile. Abbracciare questa filosofia può iniettare dosi di fiducia in se stessi. E aiuta a uscire dalla zona di comfort per camminare passi che altrimenti non prenderebbero, che possono aiutare a realizzare cose che prima di entrare in quel mondo non potevano nemmeno immaginare, per quanto impossibili.