I Giochi Olimpici e i piani per trasformare Parigi minacciano le vecchie bancarelle di libri del lungo Senna (Abc)
I bouquinistes, una delle istituzioni più leggendarie della capitale francese, stanno vivendo la crisi più grave della loro storia, vittime dei Giochi Olimpici. In francese colloquiale, “bouquin” è un libro. E il bouquiniste è un vecchio venditore di libri, che ha iniziato a installare le sue leggendarie librerie di legno e metallo sulle banchine della Senna, intorno al XVI secolo. Per cinque secoli, i buquinistes hanno vissuto molte crisi, quasi sempre positive. L’espansione della stampa, l’apparizione della grande industria editoriale e distributiva, l’apparizione del libro in brossura, contribuirono a modernizzare e favorirne la crescita, con un sempre crescente successo di pubblico dal quai de l’Hôtel de Ville al quai du Louvre sulla riva destra del fiume e dal quai de la Tournelle al quai Voltaire sulla riva sinistra.
Sotto la forte pressione dei librai, un editto municipale del 1649 proibì le bancarelle sul Pont Neuf anche perché le autorità volevano limitare un mercato parallelo che potesse sfuggire alla censura ufficiale. Due secoli dopo il Comune concesse ai bouquinistes la possibilità di piazzare i loro stand di metallo verde dall’alba al tramonto: 10 metri di ringhiera per una tariffa annuale di 26,35 franchi e una licenza di 25 franchi.
I Giochi Olimpici (a Parigi tra il 24 luglio e l’11 agosto) hanno fatto precipitare una grande crisi “congiunturale”, aggravata dal processo storico di una metamorfosi naturale che il più grande degli storici della capitale, Louis Chevalier, definì, ai suoi tempi, come l'”assassinio di Parigi” vedendo come le riforme urbanistiche, l’irruzione delle “torri” (appartamenti e uffici), la speculazione immobiliare e i disastri amministrativi stessero uccidendo la capitale. Mesi fa, il prefetto di Parigi, Laurent Nuñez, ha annunciato ai bouquinistes parigini che 428 delle 932 scatole di libri esposte sulle banchine della Senna, dal Louvre all’Istituto del Mondo Arabo, sarebbero state smantellate durante i Giochi Olimpici per essere nuovamente assemblate dopo la fine dei Giochi. La notizia ha scatenato un’ondata di panico tra i bouquinistes, che gestivano un’attività precaria, non redditizia, con un dettaglio pratico allarmante: la stragrande maggioranza delle scatole sono molto vecchie e corrono il rischio di diventare irreparabili, perdendo l’illustre patina del passare del tempo.