La gestione del sonno dei navigatori solitari. Su barche fisicamente molto impegnative, gli skipper del giro del mondo lottano contro un’esaurimento di forze che può mettere in pericolo la loro vita (Le Figaro)
Durante il loro viaggio intorno al mondo, stimato tra 40 e 50 giorni per il vincitore se le previsioni sono mantenute, i sei marinai impegnati dovrebbero dedicare solo circa il 20% del loro tempo al riposo. Nel 2017, quando aveva battuto il record del giro del mondo in solitario a bordo del trimarano Macif in 42 giorni, 16 ore, 40 minuti e 35 secondi, Francois Gabart si era concesso solo poco più di tre ore di sonno ogni 24 ore. Una mancanza che aveva pagato fisicamente per quattro mesi dopo il suo ritorno a Brest. Nei mari del globo, i concorrenti dell’Arkéa Ultim Challenge hanno dovuto affrontare con precisione la gestione dello sforzo, della fatica e del recupero, avendo già in mente un’idea della sfida che li attende: “Quando parti, non sei al meglio. È sempre difficile partire e mettere in moto la macchina. E poi la forma migliora, ti senti sempre più marinaio e atleta, senza sapere troppo perché. Ma a partire dal Capo di Buona Speranza inizia un lento declino della curva di forma. Diminuirà fino all’arrivo. La gestione fisica e mentale è terribile da gestire, perché non conosci la durata della tua corsa né in che stato sarai”.
“Chi vincerà sarà colui che, con una barca che avrà perso meno appendici, ovviamente, avrà fatto meno manovre e quindi si sarà meglio preservato”, prevede il decano della corsa (55 anni). Navigatore più esperto dei sei, Coville conta otto giri del mondo all’attivo. La gestione dello sforzo, quindi, comincia a capirla. Si concederà tra 3 ore e 30 minuti e 4 ore di sonno al giorno, suddivise esattamente in tranche di 23 minuti, il risultato preciso di test in clinica. Ogni volta, utilizzerà anche una sveglia per uscire dal suo microsonno. Per il suo comfort personale si è portato in barca un cuscino corporeo gigante, uno per le cervicale e un altro per le ginocchia. La sfida fisica è anche una delle incognite temute da Armel Le Cléac’h e per questo dispone di due posti dedicati al riposo nella sua cellula abitativa. Una sedia che si inclina all’indietro davanti a una moltitudine di schermi e un materasso su misura, più un grosso buzzer che strappa brutalmente lo skipper dalle braccia di Morfeo dopo 20, 30 o 40 minuti di relax, raramente di più. “Preferisco questa soluzione quando le condizioni sono buone riuscendo a dire a me stesso che lascio gestire il pilota automatico mentre filiamo a 35 nodi (circa 65 km/h). Non semplice…”.
Non tutti i marinai sono uguali di fronte alla fatica. Charles Caudrelier, per esempio, punta su un minimo di 5 ore di sonno al giorno con una regola: “Appena posso dormire, lo faccio, ma, al di sotto delle 5 ore, impazzisco”, sorride il vincitore della Route duRhum 2022, che spiega: “È soprattutto molto rischioso. La Solitaire du Figaro è fisicamente estenuante anche, ma, la differenza, è che, quando commetti un errore per la stanchezza su un monoscafo come il Figaro Beneteau, puoi recuperarlo mentre sui nostri trimarani giganti che filano a 40 nodi e oltre, le conseguenze possono essere catastrofiche”.