Lingua, un organo multitasking

Interfaccia essenziale del bambino con il mondo, la lingua svolge numerosi ruoli, la cui funzione stiamo solo iniziando a comprendere (L’Express)

È un organo poco compreso, spesso dimenticato. Eppure, cosa saremmo senza la nostra lingua? La sua apparizione nel caos di cellule che si formano e si deformano all’inizio della gravidanza accompagna il passaggio dall’embrione al feto. Il suo sviluppo segue quello del bambino, dalle prime esperienze di gusto, tatto, e poi di parola. Con gli specialisti, solo i giovani genitori che affrontano una lingua mal posizionata o usata male nei loro figli si rendono conto di quanto sia essenziale: Ha molti ruoli insospettati, con i suoi sensori di caldo, freddo, texture e le sue capacità di accogliere gli alimenti in bocca, ma anche del naso: aiuta a rilevare gli odori che si sprigionano dagli alimenti durante la masticazione. Con i suoi 17 muscoli, tra i più potenti del corpo umano, è una delle principali interfacce del bambino con il mondo. La funzione di suzione gli permette di alimentarsi quando non può ancora masticare. Verranno poi la deglutizione – si deglutisce 2.000 volte al giorno – e la motricità. Il bambino passa quindi dal gorgheggio alla parola.

A volte, trovare il posto giusto per la lingua è difficile, sconvolto dalle evoluzioni dei denti e del palato durante la crescita. Una cattiva posizione può provocare disturbi alimentari, spostare i denti, causare apnee notturne o problemi di pronuncia. Si insegna quindi al bambino a consapevolizzare i suoi movimenti e a rafforzare la lingua con esercizi orali o vocali. Negli ultimi anni, molti ricercatori si sono interessati a questo organo e alla sorprendente relazione che intrattiene con la mano. Un legame forte li unisce, fin dalla gravidanza. Alla fine del terzo mese, quando l’avambraccio passa davanti alla bocca, le labbra si aprono da sole e la lingua esce. Si tratta del riflesso di Hooker, ben noto ai pediatri perché considerato uno dei primi movimenti del bambino. Ricercatori dell’Università di Toronto hanno chiesto a dei volontari di eseguire movimenti della mano mentre parlavano: il loro tempo di reazione era più lento quando articolavano dei suoni.

Lo studio, pubblicato nel novembre 2023 sulla rivista scientifica “Psychological Research”, tende quindi a mostrare che i movimenti della lingua, responsabili dell’esecuzione delle sillabe, interferiscono con la nostra capacità di afferrare oggetti. Se questi legami restano poco compresi, un altro studio, ancora non pubblicato, mostra che dei neuroni specifici sono responsabili della coordinazione tra mano e lingua. Una capacità diventata necessaria nel corso dell’evoluzione, durante il passaggio dall’ambiente acquatico, dove il cibo scivola da solo in bocca, a quello terrestre.

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