Durante le tre settimane del Tour de France, i ciclisti ingeriscono una quantità impressionante di cibo e bevande, dal risveglio al sonno (Aujourd’hui)

Sono sottili come formiche anoressiche ma divorano come ingordi. Dalla mattina presto fino a tarda sera. Fermi o in movimento. Che salgano o scendano. Veri e propri orchi che ingoiano tutto ciò che gli viene offerto. Il loro peccato preferito? Lo zucchero, che ingurgitano in tutte le forme e in quantità astronomiche. I corridori del Tour non sono uomini come gli altri. La loro dieta alimentare farebbe impallidire qualsiasi pigro che cerca di eliminare qualche chilo prima delle vacanze al mare. «La nostra preoccupazione non è che mangino troppo, ma al contrario, che non ne abbiano abbastanza» sottolinea Pierre Pasquier, nutrizionista del team TotalEnergies. Perché bruciano enormi quantità di energia. Nelle tappe di montagna Tadej Pogacar, Jonas Vingegaard, Remco Evenepoel e compagnia hanno consumato circa 7.000 calorie, quando l’attività di una giornata di lavoro normale per una persona comune raggiunge approssimativamente le 2.000 calorie. Ci sono nette differenze tra le tappe pianeggianti e quelle di montagna, ma anche in base al meteo e alle caratteristiche fisiche, per questo tutto è personalizzato.

Tutto è calcolato, per ciascuno, al grammo. Una giornata al Tour è un continuo e quasi ininterrotto assorbimento di cibo. Inizia tre o quattro ore prima della tappa con la colazione. Nel menù, riso o pasta (400 g), pane (l’equivalente di una baguette), uova (3 in media), latte vegetale senza lattosio, succhi di frutta e l’immancabile caffè, a volontà. I corridori, pesati al risveglio con analisi delle urine per verificare l’idratazione, scelgono i loro cibi preferiti con una sola obbligazione: rispettare gli apporti di carboidrati, lipidi e proteine e le quantità fissate in anticipo dai nutrizionisti e dai medici. Una piccola colazione viene consumata poco prima della partenza. Poi in bicicletta, ciascuno si alimenta con gel, torte, biscotti. E molta acqua, ovviamente. Una borraccia da 500 ml all’ora con zuccheri, il doppio se fa caldo. La cena, la sera, è anch’essa personalizzata. A volte, il primo corridore pronto a mangiare non incrocia nemmeno l’ultimo trattenuto dai massaggi. E prima di andare a dormire, ingurgitano ancora un pezzo di pizza, un waffle, una composta di mela. L’apporto più importante è quello dei carboidrati, perché i corridori hanno bisogno di moltissimo zucchero. Che sia a lenta assimilazione come pasta o riso o a rapida assimilazione come soda o dolciumi. In realtà, mangiano di tutto. Si evitano semplicemente i grassi saturi, i salumi, l’alcol.

Anche se divorano così tanto, questi corpi scheletrici non trattengono molto sotto la pelle. Finiscono per la maggior parte con un tasso di grasso del 4% o 5%, quando era del 7% o 8% prima della partenza del Tour, e del 15% per un individuo medio. Si parla di magrezza ma è un falso problema. Se fossero in stato di magrezza o denutrizione, sarebbero incapaci di pedalare. Per fare ciò che fanno, bisogna essere non solo in grandissima forma ma avere anche molti muscoli. Sono uomini in perfetta salute.